Happy’s Humble Burger Farm Review

by Patrick Grioni
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Sviluppatore:Distributore:Versione testata:Costo:Data rilascio:
Scythe Dev TeamTiny BuildSteam16,79 euro03/12/2021

A volte ci si trova di fronte a prodotti spiazzanti, inusuali, anarchici, da cui vorresti al più presto smarcarti anche se l’onore e l’onere della recensione ti impongono e incitano a gran forza a un registro professionale.
Dobbiamo dire che al primo avvio di Happy’s Humble Burger Farm abbiamo da subito sentito un impellente necessità di urlare “Ma che razza Trash Game ci troviamo di fronte!!!” a partire dal sospeso tutorial, alla grafica abbozzata, ai comandi poco reattivi, fintanto alle opzioni che a forza ci volevano imporre l’idioma teutonico (nonostante avessimo selezionato l’italica lingua), in un universo chiuso dove il solo nostro scopo fosse produrre Hamburger e French Fries, diligentemente, pena il diventare cibo per una famelica MUCCA.

Insomma, la pazzia più totale, una trama che non esiste, in compiti senza un perchè.. oh forse NO.
Ecco, nel “forse NO” si cela tutta quell’aura misteriosa che la nostra professione di Hamburghiere (scusate il neologismo) ci predispone e che dal primo, già narrato, avvio, ci ha tenuti incollati per altre 4 ore consecutive, sprofondando sempre più nella perdizione.

Il buon Henry Ford ci farà un baffo nella nostra perfezione di servitore dell’ Happy’s Humble Burger Farm, a meno di spiacevoli inconvenienti, con svolte, come detto, Horror, ma un Horror vero che, clamorosamente, inquieta e mette paura, proprio per l’insindacabile casualità di certi eventi.

Insomma, a fronte di una presentazione per molti versi nostalgica, che per alcuni potrebbe essere tradotta col termine atroce, constatato che l’attitudine del videogiocatore debba essere paziente e non indulgente, si scopre man mano un senso a tutto quello che è espresso a video, con un’ombra oscura e un velo misterioso che funziona.


OBSCURA REI


L’introduzione al gioco è scioccante, tersa di tensione: ci troviamo in una sala operatoria immobilizzati con diversi dottori intenti a farfugliare frasi abbastanza terrificanti sulla necessità di impiantare nel nostro cervello un chip per il controllo della nostra persona.

Dopo tutto questo, ovviamente, non c’è nulla di meglio di un reboot del nostro nuovo sistema operativo che ci viene presentato in una schermata stile Bios con il caricamento di un Software della società Obscura (che poi si ripeterà a ogni lancio del gioco) richiamando un po’ quella finzione metamediale di Inscryption o di Nier Automata.

Al nostro risveglio, invece, cambierà l’ambientazione, con una sorta di mini set cinematografico atto alla creazione di un panino, che funge evidentemente da tutorial, anche perchè lo stesso luogo senza tempo è ambientato in prossimità di un anonimo bosco e manca addirittura di alcuni asset grafici fondamentali come il pavimento, quasi fossimo nell’universo di caricamento di Matrix (noto a chi ha visto il film, per tutti gli altri, vergognatevi 😉 NDR).

Superato quindi l’imbarazzo della nostra prima creazione hamburgherosa e percepita un’immancabile aura di malvagità di cui il gioco fa largo uso, finalmente inizieremo il nostro primo giorno di lavoro a New Elysian, la cittadina ambientazione di tutte le nostre peripezie: da subito troveremo una ricetrasmittente dove un individuo, qualificato come il nostro datore di lavoro, ci darà istruzioni sulla gestione dell’Happy’s Humble Burger Farm, nostro dovere occupazionale fisso. (no, non è possibile rifiutare il lavoro 😉 NDR)

Scopriremo anche di avere ben due colleghi, un tale Toe e un invisibile inserviente per la manutenzione, ma sono tutte figure che ci saranno ben poco utili visto che bene o male tutti i compiti, compresa la pulizia dei servizi igienici (mentre cuciniamo…) o lo smaltimento dell’immondizia, o ancora la derattizzazione saranno tutti sulle nostre spalle.

Toe in particolare, anche se la griglia andrà a fuoco resterà impassibile: lo stesso è un personaggio (di cui poi scopriremo la storia proseguendo nella trama) che per buona parte del tempo di gioco abbiamo creduto fosse una sorta di non morto in putrefazione, con uno stuolo di mosche che lo seguivano perennemente, sensazione accentuata dal suo non parlare ed emettere solo versi gutturali oltre alla lenta camminata (insomma non molto differente dagli Zombie di Resident Evil)

La città di New Elysian sarà, da subito, completamente esplorabile, anzi, gli sviluppatori ci invitano proprio a fare ciò, visto che il nostro appartamento e l’Happy’s Humble Burger Farm si trovano esattamente agli antipodi, mentre la struttura della città è sostanzialmente quadrata, con luoghi di ristoro, negozi, cantieri, musei e un sontuoso cimitero che troviamo strategicamente posto a ridosso di casa nostra.

Non abbiamo mappe, disporremo di un catalogo in stile menu Fast Food che sarà la nostra guida a tutte le dinamiche di gioco, con l’inconfondibile stile Happy Umile Manza: si tratta di una mascotte carina e coccolosa, coadiuvata da altri personaggi tratti dal materiale di merchandising, che a loro volta sono figure protagoniste un cartone animato televisivo che sembra abbia avuto un notevole successo.

La domanda è: c’è da fidarsi? Ovviamente essendo un videogioco dai tratti Horror loro rappresentano la nemesi della tenera vecchietta presente nel film IT 2, quindi dietro un aspetto falsamente tenero e non poco angosciante, c’è quel velo di sospetto e malvagità che crea un’atmosfera corrotta.

La sensazione di un gigantesco Truman Show in cui siamo i protagonisti con tante pedine che ci girano attorno è palese, addirittura in certe notti (tutto si svolge infatti la sera) si intravedono profili metallici in cielo, quasi a disegnare una gigantesca semi sfera che ci imprigiona: ci si sente, invero soli, le interazioni, i dialoghi (anche la ricetrasmittente sarà solo ricettiva) sono ridottissimi, le percezioni mai salde, visti anche certi imprevedibili fenomeni “paranormali”.

Insomma, saremo noi, con un compito occupazionale e una routine da seguire: è però nel mezzo di tutto questo che si cela la vera forza espressiva del titolo.


L’HAMBURGER E’ UNA BUGIA


Presentato tutto in prima persona, a livello di gameplay, almeno inizialmente, sarà tutto incentrato sulla nostra efficienza nella gestione del Fast Food: doti fondamentali saranno velocità e organizzazione, mente sgombra e sapere sempre cosa offrire all’esigente clientela.

Ogni turno di lavoro durerà 7 minuti, con questa Routine iniziale:

  • Timbriamo il cartellino
  • Organizziamo la cucina
  • Apriamo l’Happy’s Humble Burger Farm
  • Accendiamo i fuochi e le apparecchiature
  • Servizio ai clienti
  • Chiusura
  • Timbriamo il cartellino per fine turno

Questo sulla carta, quello che può succedere, e non abbiamo passato nessuna serata di lavoro senza anomalie, è una serie di eventi Random in grado di interferire con la nostra gestione, da blackout ai fornelli, incendi, statue delle mascotte che angosciosamente cambiano posizione (a volte anche sulle piastre le ritroviamo), porte che si aprono o chiudono, creature malefiche esplosive, RATTI, uomini invisibili, gabinetti intasati.

Ogni ordine che prepareremo dovrà essere non solo consegnato senza commettere il minimo errore (pena un cliente arrabbiato e il doverlo rifare), ma anche secondo certe tempistiche sfidanti (di solito 2 minuti) e anche i problemi contingenti necessitano una risoluzione scandita dalle lancette dei secondi.

Insomma una vera e propria angoscia, che riusciremo a dominare solo con gli automatismi che man mano creeremo.
Potremmo pensare di fregarcene di tutto ciò e lavorare alla benemerita, per poi goderci la fase di esplorazione di New Elysian, il problema è che la trascuratezza verrà ripagata con l‘ira dell’umile MANZA HAPPY che indispettita mostrerà la sua vera natura di famelica divoratrice di inservienti.

C’è un modo, però, per placarla: servirle un delizioso panino ricolmo di carne avariata, prima che giunga e ci rapisca per far di noi un sol boccone, anche se avremo possibilità di sfuggirle 2-3 volte per riprendere la nostra preparazione, spesso avrà la meglio sul nostro estremo tentativo, divorandoci.

Una volta morti, la partita riprenderà dall’inizio della nostra giornata lavorativa.

Tutto il resto è esplorazione e una vera e propria raccolta di indizi per ricostruire gli eventi che hanno preceduto la nostra venuta, spunti che si manifestano con foglietti appesi alle pareti o musicassette (in stile Fallout NDR) che ci narrano le peripezie di altri individui che ci hanno preceduto nel tentativo di sfuggire da questa “prigione”.

Tutto il Gameplay seguirà poi questa linea con eventi e Boss fight che con dinamiche assai più complesse e strutturate ci vedranno comunque, in qualche modo, ai fornelli, solitamente per la preparazione di 3 Hamburger speciali per annientare il nostro grosso, o pericoloso, antagonista.

Il reveal di tutta la disturbante struttura imbastita da Obscura Biontech è, bisogna dirlo, piacevolissimo, scandito da eventi sempre nuovi e zone da esplorare prima inaccessibili (come il museo o gli studi di registrazione) e la possibilità di crescere man mano in consapevolezza veramente ben pensata.

Non mancano nemmeno sfumature RPG, con la possibilità, raccogliendo dei speciali Burger dorati, di accedere a certi Upgrade della nostra cucina, che ci consentiranno di avere piastre più efficienti o tempistiche di evasione ordine più rilassate.


ESTETICA CATARTICA


Sistema Prova
Processore: R5 5600X
Scheda Grafica: RX 5700 XT
Ram: 16 GB DDR4 3200 Mhz
Archiviazione: SSD M2 Nvme Samsung 960

A livello visivo dovremo essere indulgenti: si tratta di una rappresentazione non moderna piena di piccole magagne e abbastanza svogliata, lo si vede dalle textures, a volte discretamente definite, altre senza interpolazione mip-map per un festival di pixels, ma anche paradossalmente dai caricamenti, che per un SSD e la mole grafica dovrebbero essere quasi immediati, ci sono poi errori nell’interpolazione dei poligoni, i modelli grafici praticamente tutti uguali ad eccezione di Toe e pochi altri.

Insomma, poteva essere decisamente migliore, uniforme (ad esempio il Museo non è male, mentre altre ambientazioni sono decisamente più scialbe), curata: le animazioni sono ridotte al minimo indispensabile, davanti a un ostacolo i personaggi praticamente ci cammineranno sopra, segno anche di un path finding non di primissimo piano e routine non rifinite.

Anche la fisica e la precisione degli imput risultano deludenti, interessante, invece, la possibilità di applicare filtri alla rappresentazione video, tra cui simil VHS (curiosamente impostazione default nel nostro provato) o il delizioso Boomer FPS scelto dallo scrivente che ricorda in qualche modo gli shooters anni 90.

A livello sonoro abbiamo le calssiche fonie da film Horror ben implementate, ma tutto il resto, dalle musiche, ai motivetti, agli effetti sonori veri e propri, di media scarsa grandezza, con un fastidioso problema su certi volumi.


L’ESTRO


«Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione.»

Amici miei atto II (1982)

Cosa dire quindi di questa ennesima ottima prova per di Tiny Build? Ci troviamo di fronte a un gioco, secondo noi, geniale, che possiede la capacità di incuriosire, divertire, ma anche impaurire, angosciare, tenere col fiato sospeso.
Ha una presentazione terribile, bisogna digerire alcune brutture, ma non fermatevi all’aspetto di questo Burger, dovete annusarne la fragranza, e dopo il primo morso assaporare qualcosa che saprà non solo incuriosirvi, ma rapirvi proprio, fintanto che l’ultimo mistero non sarà svelato.



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