A quanto pare, facendo un raffronto con l’anno 2021, le vendite di Mainboard hanno subito un calo considerevole stimato in ben il 29,6% YoY, con Asrock che ha pagato maggiormente (-55%), seguita da MSI (-42%), da Asus (-25%) e Gigabyte (-14%).
I principali mancati volumi, però, sono da identificarsi nella fascia bassa, con prodotti premium che, nonostante le richieste economiche impopolari, soprattutto per AM5 (ma non sono molto lontane nemmeno le 7XX di Intel), riesce a difendersi meglio del previsto: infatti se analizziamo e rapportiamo il calo di vendite con i fatturati YoY notiamo che a fronte di flessioni nelle vendite importanti, i bilanci risultano discostarsi di diversi punti percentuali in meno, con Asus, ad esempio, che riesce a spuntare un 2% in più ma con margini operativi molto sotto pressione.
C’è anche da dire che gli effetti di questa flessione potrebbero essere solo la punta dell’iceberg, visto che per gran parte del 2022 la proposta era ricca di Mainboard AM4 (con B550 in testa) e 6XX (con B560), prodotti dal costo performance molto interessante, mentre nel 2023 saremo in piena zona AM5/7XX-8XX.
La strategia quindi sembra abbastanza chiara in questo momento, vendere meno, ma prodotti dal costo più elevato, e quindi un indirizzo più spinto verso gli appassionati del settore (con un Gaming Pc che cresce del 10%) con la consapevolezza che il mercato sia pronto a un livellamento dei prezzi forzoso verso l’alto (dopo essere stato drogato da crisi del silicio e disponibilità).
Eppure nella community di Pc Gaming Vault uno dei caviat principali verso upgrade di piattaforma, oltre alle DDR5, sono proprio i costi di mainboard più che di Cpu (che hanno livelli ormai ragionevoli).
Vedremo come si evolverà il mercato e speriamo che taluni richieste di prezzo non diventino la norma.
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