Kingdom Come: Deliverance 2 Review

by Patrick Grioni
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Sviluppatore:Distributore:Versione testata:Costo:Data rilascio:
Warhorse StudiosDeep SilverSteam59,99 euro04/02/2025
Sistema Prova
Processore: R7 5800X3D
Scheda Grafica: RX 9070 XT
Ram: 32 GB DDR4 3200 Mhz

Kingdom Come: Deliverance rappresentò per me un amore incondizionato, tanto che ne fui finanziatore e ricordo con un velo di romanticismo quando provai le prime Alfa su una GTX 970 a 30-35 Fps, il gioco finale dopo le prime Patch riuscì circa a raddoppiare questo conto con il medesimo dettaglio grafico.

L’opera di Warhorse Studios fu innovativa per un fattore determinante: il realismo. Il nostro protagonista, Henry di Skalitz è un perfetto dipinto della società tardo medioevale Boema, figlio di un fabbro, da subito viene investito da una tragedia: la perdita, a causa dell’attacco di alcuni mercenari Cumani mossi da Markvart von Aulitz per re Sigismondo, di padre e madre.

E’ già chiaro da questo come ci si sentisse intrecciati con la storia, in un binomio inedito.

Da orfano andrà a costruirsi rapporti e amicizie in un’epica epopea che lo vedrà finire, a un certo punto, in un convento, dove in perfetto stile da “Il nome della rosa” di Umberto Eco assisterà a intrighi e giochi di forza, in un turbinio di vicende che ci traghetteranno alla conoscenza di Hans Capon e sconvolgenti reveal sul nostro passato.

Questo secondo capitolo inizierà, esattamente, dove avevamo lasciato il prode Henry e ovviamente, anche come espediente narrativo, succederà qualcosa che ci costringerà a riiniziare tutto dal principio.
L’impalcatura sia storica che ambientale, rispetto al primo capitolo, è stata potenziata decisamente, senza però tradire una eccessiva diversità di fondo: il realismo di dover mangiare, dormire, le routine di giorno notte di ogni singola figura presente in gioco, l’economia che si intreccia realisticamente con tutto il resto sono la base di un nuovo mondo di avventure inedite.

Il passaggio, quindi, a questa seconda installazione è decisamente molto positivo, fattore non scontato. Anche le quest, fin da subito elaborate, non sono banali vai al punto X, ma spesso richiedono attenzione e ragionamento oltre a offrire flessibilità di approccio.

Posso portare ad esempio a testimone le rocambolesche e dinamiche conseguenze delle nostre bevute in taverna a Troskowitz e la giusta punizione esemplare con l’onta di essere esposti alla pubblica infamia nel centro del paese col nostro nobile compagno di sventure Hans: perso successivamente lui per un litigio, per ritrovarlo dovremmo intrufolarci alle nozze di due nobili signorotti di cui tutta la valle parla e per farlo il modo migliore sarà tessere simpatie tra la complessa socialità medioevale, un apprendistato quasi, che elimina la necessità di un tutorial.

Insomma, una volta entrati in questa ricostruzione credibilissima della tradizione Boema, come se non di più rispetto al primo capitolo, sarete risucchiati e affascinati: il combattimento con la difesa alta medioevale è non dissimile da come lo ricordavamo, reso un po’ più semplice e responsivo, ma per i palati più fini un po’ macchinoso.

Questo mi fa sorridere, visto che parliamo di figuri che indossavano 30-35 Kg di metallo e che giocoforza non dovevano essere gazzelle una volta scesi in campo.

A livello di inventario, familiare e completo, di certo non banale, avremo la possibilità di utilizzare 3 tipologie di abiti e armature differenziate a seconda dell’evento, in grado di influenzare dialoghi e simpatie: io ad esempio ho settato un primo completo per guerreggiare, dove conservo armatura e tutto quello di più protettivo che possiedo, uno elegante e il terzo, che ho lasciato libero, da abbellire a seconda dei casi.

Come il precedente capitolo l’economia interna è mossa dalla sana pratica del mercanteggiare, con la possibilità di tirare sul prezzo praticamente sempre, pena lo spazientire il nostro interlocutore: la sua contrarietà per una trattativa finita male, inciderà poi su quella successiva, pensando che siate troppo approfittatori.

L’index presente in gioco è una vera e propria enciclopedia storica, che potenzia, secondo me, ulteriormente, l’esperienza e dove trasuda l’amore con cui è stato progettato: ogni costume, oggetto, tecnica hanno un loro perchè, ciò che indosseremo (le spade di Toledo, le armature italiane, elmi normanni o più semplici cervelliere) hanno una coerenza storiografica, ma incredibilmente il tutto non risulta appesantito perchè si sono trovati i giusti equilibri tra realistico e “divertente”, e ogni azione, anche la minima, avrà conseguenze su tutto il resto.

Preparare pozioni alla maniera medioevale.

Forse è proprio questa concatenazione di cause che me l’ha fatto sempre apprezzare: stufo di entrare in case dove risultassi praticamente invisibile agli NPC a razziare qualsiasi risorsa, in KCD2 il livello di stima conta e le azioni riprovevoli verranno sempre punite, dovendo avere rispetto delle leggi che dominavano quella società, mi sono imbattuto in scene iconiche, dove parlando con un cacciatore a casa sua notavo come madre e figlio parlassero di faccende banali quali il giorno del bucato, questi aspetti rendono immersivo un prodotto e ne delineano l’unicità.

Il vostro Henry sarà un personaggio che non avrà privilegi (anche se in effetti, per certi versi, sangue blu scorre nelle sue vene…), ma ogni onore andrà conquistato con azioni degne di nota o, perchè no, se preferiste un approccio più “sudicio” potreste diventare il terrore di Tronsky, rubare, essere detestato da tutti e vivere contro ogni buon costume.

La scelta è vostra: il tardo medioevo è intriso, come il primo capitolo, di religiosità, talmente preponderante che anche solo parlare del diavolo farà indispettire il vostro interlocutore, rivelando una nota di superstizione e misticismo perfetta compagna nella ricostruzione storiografica.

Avremo anche possibilità di imparare attività quali la forgia di armi e armature, con i classici passaggi realistici da fornace, a battitura fino alla tempra, o alchimia per la preparazione di pozioni o ancora diventare abili cacciatori delle prede non padronali: il tutto ci verrà insegnato (a pagamento) da vari maestri sparsi per il paese, che saranno utili anche per affinare le tecniche di guardia con spada o mazze e l’utilizzo di archi o balestre, insomma di possibilità ve ne sono moltissime.

A livello sia sonoro, con l’orchestra di Warhorse Studios diretta da Jan Valta a armonizzare la nostra immersione totale, che grafico, con una ottimizzazione del Cryengine mai vista in altri ambiti, siamo ai massimi livelli, fattore che sugella anche gli ultimi dubbi.

Sono presenti Balestre e Archi.

Entrando nello specifico proprio delle performance, sul nostro sistema di prova con una nuovissima RX 9070 XT e un R7 5800X3D alla risoluzione di 3440×1440 siamo stati in grado di abilitare il dettaglio più elevato sviluppando circa un 90 Fps medi, quello che sorprende però è lo sfruttamento Multithreading della CPU, con picchi anche del 90% su un processore in grado di elaborare 16 Threads, segno di un profondo studio dei carichi.

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Splintell
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10 giorni fa

Non avevo dubbi, tant’è che lo sto provando pure io nonostante non sia proprio la mia mia tipologia di GDR.
Trovo il combattimento invece molto innovativo e soprattutto fortemente ispirato dalla scherma storica, anche se detesto, come in quasi tutti i GDR, che io a livello uno non faccia assolutamente nulla di danno nonostante abbia capito come parare e controattaccare.