Rocket Lake, serie 11 Intel, interim transitorio

by Patrick Grioni
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Rocket lake è uscito ufficialmente il 30 marzo 2021 e segna, diremmo finalmente, l’ultima serie di processori a sfruttare il processo produttivo a 14nm Intel, soluzione che debuttò, è quasi imbarazzante dirlo, con la serie 5000 potenziata da Broadwell, a sua volta un die shrink di Haswell, parliamo del lontano 2014.
Rocket Lake, almeno nella forma più spiccatamente gaming (su serie I3 e Pentium vi sarà un refresh di Comet Lake) sfrutta l’architettura Cypress Cove, che non è altro che un back porting del già conosciuto Sunny Cove a 10nm per il mercato mobile.

La scelta di inserire un’architettura più miniaturizzata su un nodo a 14nm è dovuta, sostanzialmente, al grado di ottimizzazione che questo processo riesce a garantire e quindi alle maggiori frequenze ottenibili, a scapito, però, del numero di cores che nel passaggio a un diverso processo produttivo sono stati sacrificati: si passa quindi da un I9 10900K con 10 cores più HT a un I9 11900K che ne può vantare solamente 8.

Intel ha chiaramente puntato alle performance gaming con la serie 11 cercando di capitalizzare quel 19% in più di IPC che Sunny Cove porta in dono rispetto a Comet Lake (anche se nel back porting qualcosa si è perso) e nel contempo ha ripensato tutta l’architettura del memory controller, ora in grado di supportare Ram in modalità Gear 2 (con frequenza diversa tra Ram e Controller) fino a 3200 mhz e Gear 1 (medesima frequenza tra ram e controller) fino a 2933 Mhz (tranne I9 11900K che si spinge a 3200 mhz anche con questa impostazione).

Insomma, sulla carta, seppur sotto il giogo dei 14nm, un’architettura che comunque può essere vista come uno sforzo in direzione della platea che più ci interessa, specificatamente pensata per le performance ST (determinanti in gaming), che sacrifica qualcosa in MT (ma che non incide in maniera importante, almeno col software attuale), e quindi un promettente pacchetto, forse però già ora oscurato dal marketing su Alder Lake, il prossimo rivoluzionario (per il mercato Pc) step dello sviluppo CPU Intel, in arrivo a settembre.

Che la stessa Intel su Rocket Lake non ci credesse moltissimo è parso oltremodo evidente: tralasciando la sua genesi di prodotto “trapiantato” anche le dinamiche che l’hanno visto disponibile ben 3 settimane prima del lancio, con relative anticipazioni, denotano una poca attenzione, quasi una scommessa su cui sia gravata una certa inerzia.

CpuCoreFrequenzaTdpPrezzo
R9 5950X16/324.9 Ghz105W799 dollari
R9 5900X12/244.8 Ghz105W549 dollari
I9 11900K8/165.3 Ghz125W539 dollari
R7 5800X8/164.7 Ghz105W449 dollari
I7 11700K8/165.0 Ghz125W399 dollari
R5 5600X6/124.6 Ghz65W299 dollari
I5 11600K6/124.9 Ghz125W262 dollari
I5 114006/124.4 Ghz65W182 dollari

Anche a livello di performance, questo asset sembra non pagare, nonostante l’importante balzo di IPC, che disegna solo parte del quadro: Techpowerup nei test più interessanti gaming, quelli a 1280×720 per limitare al minimo l’influenza del Gpu Limited (anche se si va incontro a un certo Overhead a livello drivers) mostra un I9 11900K in grossa difficoltà non solo in rapporto al concorrente Zen 3, ma anche nei confronti della serie Comet Lake che va a sostituire, in molti e ripetuti casi.

Nei test di Hardware Upgrade, che invece simulano condizioni più da gamers a 1920×1080 e 2560×1440, vediamo un Metro Exodus dove 11900K resta leggermente staccato rispetto a 10900K, ma anche un 11600K che ha un buon margine da 10600K, in F1 2020, situazione similare, Zen 3 altra categoria e tra i processori intel un generale livello da Zen 2, in Shadows of Tomb Raider si ripetono in pratica le stesse dinamiche, il che fanno capire come la coperta alla fine sia corta.

Come si spiega tutto ciò? Effettivamente le frequenze sono similari, il vantaggio di istruzioni per clock evidente, ma Rocket Lake proprio dove dovrebbe essere imbattibile, invece latita: ci sono invero delle eccezioni in alcuni titoli specifici, ma la sostanza è che tendenzialmente I9 10900K tende a essere, in questo momento, leggermente sopra la nuova proposta top di gamma Intel.

Questo comportamento, con ogni probabilità, è dovuto a una maggiore latenza della cache L3 che in gaming tende ad annullare il beneficio ottenuto a livello di IPC, latenza che passa da 43 cicli a 51 cicli che comporta a sua volta una minore efficienza intracores, che passa da 20ns (circa) a 30 ns. (secondo Anandtech)

Abbiamo quindi frequenze diremmo simili, un maggiore sviluppo dei calcoli ST, limitati però dal altre problematiche che il back porting sui 14nm di una architettura pensata per i 10 ha portato: insomma un poco elegante metodo per fare gli stessi numeri in una maniera differente, questo sempre in ambito gaming.

Dal lato puramente professionale, invece, vuoi per l’introduzione di AVX512 (a scapito di temperature e consumi), vuoi per la già citata velocità nei calcoli su core singolo, qualche buon numero viene tirato fuori e consentono a Rocket Lake di avere un certo vantaggio tecnico: da citare l’inclusione di GNA 2.0, un coprocessore matematico utile nei calcoli di intelligenza artificiale sfruttabile nei programmi di editing.

Ci troviamo al paradosso dove una serie specificatamente pensata per il gaming, almeno nelle intenzioni, offra il meglio in alcuni ambiti professionali, dove il taglio di 2 cores però la limita nei confronti della concorrenza e della serie che va a sostituire.

Ma sono casi comunque sporadici anche questi, dovendo tracciare una costante i 2 cores in più di I9 10900K spesso risultano una scommessa migliore, per non parlare delle soluzioni AMD che possono scalare fino a 16 cores con R9 5950X risultando assolutamente fuori scala, dove già a parità di nuclei si fanno preferire.

Un altro aspetto che è stato profondamente rivisto, come abbiamo detto, è inerente al memory controller, già eccellente nelle passate generazioni, non soltanto consentendo di impostarlo in due modalità (Gear 1 e Gear 2) ma aggiungendo una funzionalità inedita, la possibilità tramite XTU di cambiare le frequenze delle ram on the fly direttamente da Windows e testarne i vantaggi e la stabilità.

Questo potrà sulla carta garantire, per chi applica Overclock, maggiori margini e compensare probabilmente alcune debolezze dell’architettura Rocket Lake in specifici ambiti gaming, o brillare di più dove in passato già erano fulgidi come con il titolo Ubi-soft Far Cry 5 e l’ultimo Deus Ex di Eidos: entrambi, infatti, sono molto sensibili alla frequenza e alla bontà del MC e terreno dove in passato l’architettura AMD mostrava il fianco a performance inadeguate.

In maniera non sorprendente, al massimo, nei suddetti ambiti si ottiene un pareggio in termini di resa, spuntando magari qualche frames in più sempre in ambito margine d’errore, anche dove in teoria avremmo dovuto vedere un buon progresso, dinamica che si potrà meglio apprezzare osando poi con i margini del fuori specifica.

Insomma, valutando l’offerta per quello che è e non per quello che potrebbe essere, la serie 11 intel, soprattutto con I9 11900K, non sembra avere spunti o differenze tali da edificare una matrice di preferenza, è vero è retro compatibile con serie 4xx per quanto riguarda il chipset, è vero introduce AVX512, è pure corretto dire che ha sulla carta un IPC del 19% superiore a Comet Lake, supporta Pci-e 4.0 a livello linee Cpu (il chipset comunica ancora in modalità 3.0) ma tutti questi sono accessori che non cambiano la sostanza, il fulcro che ci interessa, le performance Gaming.

Vedrete delle differenze significative a preferirli? Probabilmente no, visto che il regime del Gpu limited tende ad appiattire le variabili, andranno più o meno come vi aspettate, sfruttando a dovere anche una RTX 3090 quando saranno liberi di scatenare molti frames, ma resteranno inferiori a Zen 3 per performance generali, scaling verso l’alto e consumi e non rappresentano una innovazione nei confronti di serie 10, se non, come già detto, nella modalità con cui si ottengono determinati risultati.

A livello di consumi e temperature, pur essendo venduti come Cpu da un TDP di 125W (nelle versioni più spinte), bisogna ricordare che tale dato si riferisce alla modalità PL1, cioè la frequenza base applicata a tutti i cores: quando, invece intervengono i vari boost, che possono essere TVB (Termal Velocity Boost) o il nuovo ABT (Adaptive Boost Technology), il riferimento dovrà essere il PL2, che per I9 11900K è impostato allo stesso livello di 10900K, cioè ben 251W.

Nel test di Kitguru, utilizzando un MSI MPG Core Liquid K360, 11900K non è poi terribile a livello di temperature, mentre i consumi, come era prevedibile, sono assolutamente non competitivi.
I test, ovviamente, che fanno uso di AVX512 sono ben meno positivi, ma è un ambito dove, naturalmente, viene stressata la Cpu in maniera assolutamente fuori scala per un utilizzo Desktop, ma è anche uno dei pochi ambiti dove archivia un divario significativo anche rispetto alla concorrenza (che non possiede AVX512).


Cosa consigliamo quindi?


Rocket Lake non brilla, è chiaramente un Interim quasi sperimentale per traghettare l’utenza verso Alder Lake, che sarà la scommessa dove Intel ha deciso di puntare, il tentativo di apparecchiare la tavola per i soli giocatori non è riuscito, poichè a conti fatti non ci saranno mai differenze significative rispetto a serie 10 Comet Lake (che andrà a potenziare in versione refresh, peraltro, I3 e Pentium) e il divario in condizioni Cpu limited rispetto a Zen 3 è importante, tanto che probabilmente AMD non avrà bisogno di lanciare l’arma segreta (R5 5600) poichè già ora su tutta l’offerta, ai prezzi attuali di Rocket Lake, non c’è proprio partita.

E’ quasi pleonastico sottolineare come, man mano che si va verso il basso, l’offerta tende a migliorare, con probabilmente I5 11600K, ma ancor più 11400, come best bet Intel per la nuova serie, ma questo è anche un segno di sconfitta e indice che qualcosa è andato storto.

Detto questo, per un sistema nuovo e non per un upgrade, per coloro che sono affezionati ai colori blu, non vanno certo a perdere molto, semmai il problema è che non vi è nemmeno un guadagno, e quindi risulta più indicato per sostituire vecchie configurazioni, anche se nemmeno a livello di prezzo ci troviamo in una situazione molto accomodante.

L’arma migliore che potrà avere in futuro è solo una: il prezzo.

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