I crash di 3080 dovuti a problemi hardware. Probabilmente Ni.

by Luca Vitale
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Con l’ arrivo delle prime bramate unità delle introvabili RTX 3080, ha in questi giorni cominciato il moltiplicarsi in rete di report riguardanti improvvisi crash e schermi neri che interesserebbero in particolar modo i modelli custom dei partners AIB (Zotac, Msi, Asus, EVGA etc.).
Nello specifico, sembrano ricorrenti i problemi di instabilità legati alle alte frequenze (2000Mhz+) che molti dei modelli custom possono raggiungere senza particolari problemi ai parametri di fabbrica.
Dopo la pubblicazione di un ottimo articolo investigativo (in lingua inglese) pubblicato un paio di giorni su Igor’s Lab, la community si è data da fare travisando l’argomento e distorcendolo per dare forse ad esso note più grige di quanto in realtà non sia.
Dall’analisi tecnica pubblicata, sembrerebbe che i sopracitati problemi di instabilità sarebbero coadiuvati in buona parte dalla scelta del tipo di soluzione di filtraggio delle linee d’alimentazione, necessaria per pulire i rumori elettrici generati dalla conversione DC-DC dei Vrm e dalle repentine variazioni di carico ed assorbimento. Tale compito viene da sempre affidato ad array di condensatori, che fungono da filtri passa-basso in grado di tagliare tali alte frequenze di disturbo.


Il Problema delle Custom


Nell’ elettronica industriale, i grandi produttori (NVIDIA, ASUS, MSI, ZOTAC, etc..) si forniscono da aziende specializzate nella produzione di soluzioni e componenti “preconfezionati” come resistenze, diodi, induttanze e condensatori che sono la base di qualsivoglia dispositivo elettronico. Come potete immaginare, ne esistono di svariati tipi, forma, dimensioni, con addirittura principi ed implementazioni di funzionamento differenti.

Secondo quanto riportato da Igor’s Lab, le tabelle e i disegni tecnici di Nvidia forniti a giugno ai partner per la creazione delle custom, davano ampio angolo di manovra nella scelta e nelle specifiche delle componenti da utilizzare per il blocco di Filtraggio posto sul retro della GPU.

La Maggior parte dei produttori si sono quindi ritrovati a poter scegliere tra un classico array di condensatori ceramici multistrato o MLCC (Multi Layer Ceramic Capacitors), piú piccoli, numerosi (per aumentarne la capacità) e costosi da implementare, o una soluzione piú economica, integrata, offerta dai cosidetti POSCAPs, condensatori a stato solido ai polimeri di tantalio, più economici, compatti e semplici da saldare sul pcb.

Secondo Igor Wallossek, autore del già più volte citato articolo investigativo, sarebbe “fatto assodato e conoscenza comune che la soluzione piú costosa (MLCC) sarebbe di qualitá superiore, e giocherebbe un ruolo chiave nel momento in cui le tensioni e le frequenze operative raggiungono livelli spinti, la cui implementazione si scontra solo con esigenze economiche, piuttosto che funzionali.”

Le più colpite di contro sembrano proprio le Entry level, (Come Zotac Trinity, poco sopra) che fanno ampio uso di condensatori di tipo POSCAP.

La media degli Altri produttori, tra cui MSI con con Gaming Trio o EVGA con la serie XC sembrerebbe utilizzare una Configurazione di 5 POSCAPs + 1 Array MLCC, che sembrano sufficienti ad arginare il problema, anche se a dire il vero, qualche report di crash su Gaming X Trio c’é stato.


MLCC meglio di POSCAPs, Non proprio.


Sebbene risulti più costoso “preparare” un Array intero di 10 condensatori ceramici (per un totale di 20 saldature, contro le 2 necessarie per un condensatore POSCAP), non é necessariamente vero che una soluzione a stato solido debba risultare meno adatta o performante rispetto alla soluzione MLCC.
La cosa divertente é che la nomenclatura POSCAP deriva da una particolare serie di prodotti di casa Panasonic, i quali vengono raramente usati nelle schede video. il nome corretto da utilizzare é il piú generico: SP-Caps, che alla vista, assomigliano molto ai POSCAPs, ma utilizzano polimeri di Alluminio e alcuni modelli da differenti produttori hanno performance del tutto rispettabili, andando in alcuni casi ad essere preferibili (o affiancabili)agli array MLCC.
Quindi in sostanza, sebbene sembri che questi condensatori a stato solido siano utilizzati per risparmiare, Non è detto che basti guardare il backplate di una scheda per capire se sarà stabile o meno, né tanto meno sarà motivo di allarmarsi e cominciare ad inondare di resi i centri logistici.

È importante, infatti, comprendere che sebbene quella sollevata da Igor’s Lab sia una sana e lecita perplessità (pur contenendo qualche imprecisione), non sono totalmente da escludere eventuali concause, come la succitata acerbità driver, la qualità dell’alimentazione dell’ intero pc o dei Vbios troppo spinti e permissivi. Il problema principale, difatti, non risulta essere l’instabilità delle schede sopra i 2000 Mhz, ma la loro instabilità a profili di fabbrica.
Se ci pensate, le frequenze di boost dichiarate stabili dai produttori sono comunque piú che lontane dai 2000 Mhz e risulta quindi più che improbabile, sebbene EVGA lo abbia giá fatto nel caso di FTW3 (giustificato però dall’essere top di gamma), che i produttori vadano a modificare con urgenza schede (soprattutto quelle di fascia più bassa, che risultano le più colpite) per cui un clock leggermente inferiore dovrebbe risolvere il problema.

Ci aspettiamo infatti che con ogni probabilità il problema verrá “risolto” a breve via software, con profili vBios piú rilassati e conservativi.

Detto questo, pur considerando tale problema meno grave quanto alcuni lo vogliano dipingere, reputiamo un peccato che la bontá del silicio Ampere venga in qualche modo limitato da un elemento considerabile “cosí semplice“.


Quindi é meglio aspettare?


Siamo convinti che per la maggior parte degli utenti questo non sia un problema tale da compromettere l’ acquisto, essendo comunque lontani dalla brutta esperienza vissuta con il lancio di Turing.

Se quindi giá avete una RTX 3080 o ne avete una in arrivo, non disperate.

A chi sta aspettando le nuove disponibilità, risulta difficile non consigliare qualche settimana di attesa in più, in vista di una più corposa scelta di modelli disponibili e le offerte della concorrenza AMD che sembrano essere più che allettanti.

Ci rivolgiamo infine agli appassionati che strizzano l’occhio al mondo dell’ Overclocking. Se la vostra esigenza risulta al top, se non siete disposti a compromessi, forse dovreste seguire l’ evolversi dell’ argomento anche se, ci teniamo a ricordarlo con una sorta di sorriso, il record mondiale per una RTX 3080 in Overclocking, è stato raggiunto dai ragazzi di Gamers Nexus con una versione pre-produzione di EVGA FTW3 che, ironicamente, montava tutti e 6 i filtri di tipo SP-Caps.

Nell’ attesa di ulteriori riscontri, per arginare il problema sembra essere sufficiente un offset negativo tra i -25 e i -75 Mhz circa impostato tramite Afterburner o Precision x.

[AGGIORNAMENTO]

Sembra che come previsto, i nuovi driver Nvidia limitino leggermente il raggio d’azione del GPU boost 4.0 su RTX 3000, migliorandone la stabilitá. Alcuni utenti segnalano come risolto il problema, suggerendo anche che i nuovi driver siano in grado di aumentare leggermente le precedenti performance nonostante la diminuzione delle frequenze.

Fonte immagini: Igor’s lab, TechPowerUp

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Ninjtsu Shirai Ryu
Ninjtsu Shirai Ryu
3 anni fa

Grande articolo, complimenti,e poi non sapevo che Igor Stoilov ha un laboratorio… 🤣