Crowns and Pawns: Kingdom of Deceit Review

by Patrick Grioni
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Sviluppatore:Distributore:Versione testata:Costo:Data rilascio:
Tag of JoyThunderful PublishingSteam19,9906/05/2022

Chi si approccia allo sviluppo di un’avventura grafica tende sempre ad ispirarsi ai classici indiscussi quali Monkey Island, Dig, Indiana Jones, o ancora al mai abbastanza menzionato Broken Sword (da cui i programmatori lituani di Crowns and Pawns hanno preso in prestito l’art director), cercando di catturare certe dinamiche e al contempo tentare qualche avventurosa miglioria.

Il pubblico che ama questo tipo di prodotti è, infatti, molto esigente, e fa parte spesso di chi col Personal Computer gioca da diversi anni: il genere ha, infatti, sterzato verso soluzioni più incentrate su moralità e narrativa e, meno, molto meno, su enigmi, come dimostrano i recenti successi di Life is Strange, la serie The Walking Dead o anche l’ultimo Syberia, da noi recensito QUI.

Si tratta di una deriva allettante ma pericolosa, alle cui sirene, però, i programmatori Lituani di Tag Of Joy non hanno risposto, proponendoci un titolo come Crowns and Pawns ancorato a un livello di sfida elevato e con connessioni sempre molto interessanti e coerenti tra i vari enigmi proposti.

Un punto di partenza solido per introdurci a un tema crediamo mai trattato in questo tipo di avventure, cioè il Gran Ducato di Lituania (decisamente autoreferenziale), un’entità territoriale che nel medioevo europeo contava diversi stati tra cui Polonia, Ucraina, la Lituania stessa, il Rus di Kiev (parte dell’attuale Russia) e Moldavia.

A tratti sembra, infatti, un prodotto “culturale” più che un videogioco, ma il tutto è ben incapsulato in un piacevolissimo contesto avventuroso e intrigo politico che nasconde in maniera eccezionale l’evidenza che, pur giocando, stiamo anche imparando qualcosa.

Insomma, basi ottime per raccontarci le vicende della nostra protagonista, Milda Kovas.


L’EREDITA’ CHE NON TI ASPETTI


Crowns and Pawns non ci porta subito in Europa, ma apre il suo sipario nella nostra piccola abitazione negli Stati Uniti, precisamente a Chicago, luogo che condividiamo con la nostra amica e artista Dana.
Vestiremo (letteralmente) i panni di Milda Kovas, una fotografa immigrata dalla Lituania in cerca di maggior fortuna, con una madre cinica e impertinente (poco disposta ad aiutarci) e tanti sogni nel cassetto: la primissima notizia che riceveremo non è certo confortante, nostro nonno Rokas Kovas è, infatti deceduto, eleggendoci come erede universale dei suoi beni.

Lo stesso non dispone poi di molto, ma dovremo reclamare la sua casa, in Lituania, entro 3 settimane per non perderne la proprietà e quindi il nostro primissimo obiettivo sarà quello di procurarci i soldi per comprare un biglietto aereo in tempo utile per fare nostro quanto c’è dovuto.

Da vera amica Dana ci spronerà e verrà incontro per completare tutti i preparativi, non senza qualche nostro prezioso aiuto: troveremo alloggio in Lituania dal nostro amico (e spasimante) Joris, preziosa spalla durante tutta l’avventura.

Una volta giunti nell’europa dell’Est, scopriremo come non sia propriamente una mera questione burocratica che ci attende: la casa di nostro nonno è stata violata alla ricerca di qualcosa che ancora non focalizziamo, ma indizi storiografici e la costante sensazione di essere seguiti e spiati sono gli antipasti ideali per far decollare il lato adventure di Crowns and Pawns.


UN ADVENTURE VERO


Un avventura grafica, però, si giudica sostanzialmente da scrittura e livello di enigmi.

Narrativamente parlando il titolo Tag of Joy è indubbiamente ben strutturato e a suo modo complesso, che imbastisce notevoli approfondimenti storici alternati a risoluzioni a volte volutamente stringate, il tutto per rientrare in tempistiche di gioco ragionevoli e non troppo pedanti, ma che con questo registro lasciano il fianco alla spiacevole sensazione, finendolo, del “tutto qui?“.

Per essere più chiari: sembra quasi vi sia stata la volontà di una struttura a intrecci complessa che a un certo punto ha dovuto, per forza di cose, tirare le fila in maniera affrettata.

Detto questo l’avventura di Milda è comunque piacevolissima, sia come dialoghi, con una discreta profondità dei personaggi, sia come struttura degli enigmi.

Parlando di quest’ultimi vi è un buon equilibrio con un alto livello di sfida, anche se alcune volte al posto dell’intuizione ci siamo sentiti più che altro fortunati: parliamo soprattutto degli scenari che richiedono più che combinazioni e intelligenza, abilità nel compiere alcune azioni vincolati da specifiche tempistiche, o altri in cui sarà il comparto sonoro a dover essere preso in considerazione nel riprodurre melodie poco chiare.

In questi casi, un po’ di smarrimento e frustrazione emergono, ma sono comunque sporadici: durante l’avventura ci sono, inoltre, ovviamente, scenari meno ispirati di altri, anche se in generale il livello è comunque molto elevato, la biblioteca in particolare c’è sembrata una sequenza macchinosa e poco snella, mentre di tutt’altro grado la parte ambientata nel nostro paese.

E’ come se vi fossero due registri, uno più schematico e minimalista, alternato da un gusto più colorato e dalle tinte sfumate verso il pastello, ricco di dettagli e amore per il genere adventure, rifacendosi, come abbiamo già detto, ai grandi maestri del passato.

Tirando le somme, non potendo nascondere un difetto di omogeneità, il risultato finale ci consente di descrivere un piacevole insieme, peraltro con alcune innovazioni inaspettate e geniali: la nostra protagonista potrà cambiare il suo outfit in diversi aspetti, dalle scarpe, agli accessori, magliette, ecc..

No, questa review non si è trasformata improvvisamente in un gestionale di moda, ma tutto ciò avrà ingerenze nel gioco per risolvere alcuni enigmi, oltre a conferire alla stessa un aspetto unico e più personalizzato, che non è mai un male.

Un plauso va, poi, ai dialoghi, non tanto per la loro profondità comunque discreta, ma per la loro unicità in alcune occasioni: per capire meglio riteniamo sia utile un esempio.

A inizio avventura Milda avrà una difficile conversazione con sua madre, cercando di avere più informazioni di suo padre, suo nonno, la sua famiglia: in quest’ambito le risposte che selezionerete potranno aprire approfondimenti e informazioni utili per il proseguimento dell’avventura, oppure no, se sceglierete risposte errate.

Questo determinismo dona a ogni vostra risposta o approccio, un peso decisamente più importante.

Altro aspetto innovativo, cha a memoria non crediamo di aver trovato quasi mai in un adventure, consiste nella possibilità di risolvere alcuni enigmi in diversi modi senza seguire un binario prestabilito, ma molteplici che poi si ricongiungono al filone principale, stimolando in maniera esponenziale l’inventiva, ma allo stesso tempo donando una piacevole illusione di scelta.


UN PRODOTTO PER TUTTI


Sistema Prova
Processore: R5 5600X
Scheda Grafica: RX 6700 XT
Ram: 16 GB DDR4 3200 mhz
Archiviazione: SSD 500 GB SATA + SSD 250 GB M2

Ovviamente le specifiche del nostro sistema non hanno avuto problemi a far girare Crowns and Pawns al massimo suo potenziale: la resa visiva è pulitissima, con un mix di personaggi 3D e scenari bidimensionali, che forse avrebbero meritato un maggior numero di particolari.

Gli stessi sono un po’ sfumati e in alcune circostanze sgranano, ma dipende molto dallo scenario: la parte ambientata a Chicago è infatti pulitissima, forse fin troppo, mentre casa di nonno Kovas in Lituania è decisamente più ispirata, insomma un alternarsi di alti e bassi.

A livello sonoro, sotto la guida di Daniel Pharos, noto per alcune collaborazioni con Daedalic Entertaiment, si viene piacevolmente accompagnati, ma alcuni dialoghi (rigorosamente in inglese con sottotitoli, manca l’italiano) sono forse troppo veloci e si utilizza molto slang nelle conversazioni tramite messaggi al cellulare non da tutti capibili.

Non abbiamo, in compenso, notato nessuna problematica tecnica, e anzi un plauso va ai caricamenti veramente fulminei.

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Aradia_Pub
1 anno fa

Anche se a volte visti male non sarebbe male il fatto che il gioco sia più educativo che “di fantasia”
Il titolo graficamente sembra interessante anche se a primo acchito sembra abbiano utilizzato uno stile Un po’ datata.
Comunque titolo interessante da provare

Gabriel Paradiso
Autore
1 anno fa

Non sono amante della saga, ma niente male !

Lollone
Lollone
1 anno fa

Mi ispira molto come avventura grafica. Lo stile artistico mi invoglia sicuramente a provarlo!

Francesco Viscardi
Francesco Viscardi
1 anno fa

Molto molto interessante, la trama mi incuriosisce molto.

Michele malighetti
Michele malighetti
1 anno fa

Dopo questa recensione potrei seriamente provarlo 😚