Nel 2018 Nvidia ha dichiarato un punto di svolta nell’ ambito dei processori grafici dedicati al gaming introducendo Ampere, nuova architettura basata su litografia a 12Nm che introduceva hardware dedicato al Ray Tracing (RT Cores) e all’ intelligenza artificiale (Tensor Cores) dedicati al Super Sampling (DLSS) Purtroppo, al contrario di quello che Nvidia probabilmente si aspettava, l’utenza si è mostrata poco incline all’ acquisto di Schede Video costose e che a livello prestazionale portavano incrementi non esattamente sensazionali. Solo 2080Ti proponeva performance inedite rispetto alla vecchia ammiraglia di serie GTX e per quanto Ray Tracing e DLSS fossero interessanti, la loro (scarsa) implementazione nei giochi era insufficiente a giustificare l’onerosa spesa.
Una slide della presentazione di Turing da parte di Nvidia
Incassate le critiche, con buona gioia di chi aveva da poco preso una RTX, Nvidia ha annunciato nel secondo trimestre dello scorso anno la serie “RTXSuper”, che si sarebbe sostituita alle controparti “lisce” di 2060, 2070 e 2080.
Super ha introdotto, senza alterare i prezzi di listino, modesti incrementi prestazionali per 2060, 2070 e 2080 grazie ad un maggiore numero di core e più alte frequenze delle memorie.
Perché 2070s?
Ad oggi, 2070s si posiziona in un preciso segmento di mercato: È una scheda di fascia alta dalle ottime performance che si adattano perfettamente al Gaming QHD mantenendo il suo costo attorno ai 600/650 euro. Pur non garantendo i 120 o i 144hz fissi a tale risoluzione, è estremamente consigliabile abbinarla ad un monitor QHD, 144 con Sync adattiva (G-Sync,FreeSync).
Sicuramente con l’utilizzo del chip di RTX 2080, con una Gigabyte a 550 euro, è veramente un’offerta potente.