Pc Gaming Vault è luogo dove da sempre abbiamo avuto l’ardire di promuovere uno sdoganamento prettamente artistico dell’estetica con cui le nostre build si conformano, verso una evoluzione che è evidentemente finalizzata a consacrarli come strumenti espressivi.
In quest’ottica, in questa attenzione, si incastona degnamente questo spazio, questa “intervista con il Modder” che fa il verso al famoso film di Neil Jordan del 1994.
Nel nostro primo appuntamento abbiamo il piacere di avere con noi il recente autore della splendida Mod Iron Man, di cui abbiamo parlato in questo articolo, l’eccellente SAMod.
Mi chiamo Stefano Sciarpelletti e il mio nome d’arte e SAMod. Sono nato a Roma 37 anni fa e il mio amore per i pc nasce fin da piccolo con il Commodore 64. Oltre alla passione per la tecnologia, ho sempre amato l’arte e il disegno e grazie ad esso sono riuscito ad unire entrambe le mie passioni. Ho conosciuto il meraviglioso mondo del modding grazie ad internet nel 2016 e ho deciso di realizzare la mia prima Mod per coltivare quello che pensavo fosse un hobby e che invece si è rilevato tutt’altro.
Se vivo il tema il tema vivrà
Stefano Sciarpelletti
Non appena terminata la mod, ho capito che finalmente ero riuscito a trovare il mondo che mi rappresentava perfettamente. Nelle mie Mod non amo il minimalismo ed è sempre presente un tema, da cui prendo inspirazione. Ho realizzato tre Mod sul mondo dell’automobilismo, che è una delle mie grandi passioni: Lancia Delta Martini, Ferrari e Mercedes, di cui l’ultima è in fase di realizzazione. Per progettare le mie Mod inizio realizzando l’idea prima nella mia mente, poi sulla carta e infine mi avvalgo del 3d e di alcuni programmi di grafica.
La prima mia mod è nata 4 anni fa in una sorta di gioco e sfida personale per migliorare l’estetica del, comunque notevole Noctis 450: ho preso, con una certa incoscienza, delle bombolette di vernice e mi sono buttato su un tema bianco e rosso senza ben sapere dove questa mia impresa mi avrebbe portato, soprattutto, considerando, che la base del case era nera.
Il risultato finale è stato, indubbiamente, soddisfacente, tanto che lo stesso è stato acquistato (con la mia personalizzazione) da un mio amico.
L’hardware dello stesso è passato nella mia seconda Mod di Captain America, decisamente più impegnativa.
La prima e fondamentale pratica, dovessi consigliare delle tecniche per famigliarizzare, è prendere confidenza sul plexiglass, che consente poi diversi indirizzi di flessibilità: di base un buon inizio potrebbe essere una cover per l’alimentatore per poi, magari, passare a un backplate gpu anche non rgb (anche se rgb fai più frame) utilizzando prima delle maschere ritagliandole con il taglierino a mano per poi passare man mano a un plotter.
Una volta fatta pratica si può pensare a lavorare sui pannelli più interni, e una volta messe insieme più tecniche e più pratiche tentare il salto di una prima, basilare Mod.
Importante sarà anche la fase di verniciatura, dove posso consigliare di scartavetrare con una carta abrasiva da 400/600, poi passare l’antisiliconico e fondo bianco (aggrappante per plastica), se serve anche 2 mani, per poi arrivare a una prima mano molto leggera di vernice, dopo 20 minuti (a seconda della temperatura esterna) si può procedere alla seconda mano con tratti incrociati.
Questo per far capire la cura e la tecnica che l‘esperienza sola può restituire, considerando che è solo l’ultima delle fasi nella progettazione 😉
Non sono un minimalista sono un incurabile amante di una certa tendenza espressionista, importante il tipo di tema che devo far mio, mi piace ricreare mini mondi in una sorta di ambiente idealmente tridimensionale dentro il case, vivendo il tema che cerco di proporre.
Maniaco della precisione, dell’ordine, dei dettagli, voglio raccontare una storia attraverso la canalizzazione di strumenti artistici che abbiano una esegesi e facciano vivere una esperienza cronologica.
E’ una domanda difficile, ma se proprio devo sceglierne uno eleggo il lavoro sulla Lancia Delta, vuoi perché mi ricorda parte della mia infanzia da appassionatissimo del marchio, vuoi per la realizzazione espressiva.
La Mod Ferrari è, invece, quella che, attualmente, rappresenta a livello puramente tecnico-realizzativo quanto di meglio ho prodotto con i suoi inserti in pelle.
La Mod che forse non mi convince completamente è quella su commissione con tema One Piece.
Che invidio no ma che rispetto tantissimo è l’abilità di usare l’aerografo di Warboy.
C’è un periodo dove i Brand mi chiedono l’esposizione in fiera, come Lucca Comics e Romix a Roma sponsorizzati da Asus Rog, successivamente preferisco tenerle senza venderle o riciclarle.
La più difficile la Mod Ferrari, circa 160 ore di lavoro e 6 mesi per completarla, mai abbandonato un progetto già iniziato, ma di qualche build ho deciso, prima di iniziare, di cambiare indirizzo poiché sono molto sensibile alla motivazione e al percorso narrativo che voglio incastonare.
Artistico. Certamente la capacità tecnica deve andare di pari passo, per consentire di realizzare visioni che altrimenti sarebbero limitate da alcune incapacità funzionali.
Comunque la componente creativa ritengo sia la base e il motore di ogni mia riuscita realizzazione.
Ciao Ragazzi!!!!
E’ tutto per questa prima puntata di “Intervista con il modder“, ci vediamo al prossimo appuntamento che ci vedrà alle prese con l’encomiabile Warboy, specializzato nel campo aerografico che sicuramente ci arricchirà con la sua notevole esperienza nel settore.
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Grazie ragazzi☺️
Sempre un piacere 😉
L’articolo è molto interessante, sono dell’idea che il vero modder per quanto riguarda la parte estetica non può fare riferimento alle linee di mercato dedicato al consumer, ma dovrà crearsi come un vero artigiano tutte quelle parti che andranno a rendere funzionale e bello l’hardware.
Questa è l’idea di fondo, partendo da un certo tipo di hardware per andare verso una personalizzazione espressiva.