Football Manager 2021 Review

by Patrick Grioni
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Sviluppatore: Sports InteractiveDistributore: SegaVersione testata: SteamCosto: 54,99 euroData rilascio: 23/11/2020

In quel di novembre, quando l’autunno tocca delicatamente le brezze invernali, un appuntamento, per gli amanti delle simulazioni gestionali calcistiche, è rituale e imprescindibile, quasi quanto un’intima degustazione con la propria amata, un incontro atteso con la nuova versione del manageriale Sports Interactive, che l’italica prole conobbe prima come Championship Manager, poi “Scudetto” per sugellare definitivamente la sua identità, dopo il matrimonio con Sega, con il nome di Football Manager.

E si sa, siamo un popolo di allenatori con una fortissima propensione ad arrovellarci in diatribe tecniche, in schemi, in formazioni ipotetiche, in prospettive che vedono in questo tipo di prodotto, in questo realismo-complessità, un piccolo scrigno con dentro dei sogni inespressi, una calamita che molte volte emana un’attrattiva irresistibile.

Su questi aspetti gioca l’offerta di Sports Interactive che negli anni su Pc ha saputo imporsi a confronto di una concorrenza che non ha mai rappresentato, veramente, un’alternativa credibile: anche quest’anno si rinnova, e come ogni versione, in uno schema che pare più modulare che strutturale, tenterà di migliorare caratteristiche specifiche dell’esperienza, oltre che affinare, più sotto banco, il motore gestionale che regge tutto l’aspetto simulativo.


Al centro dell’esperienza


Quello che si è cercato di curare maggiormente in questa nuova versione di Football Manager, ed è un aspetto evidente fin dagli albori di una partita, è sicuramente l’aspetto di interazione e rapporto che avremo sia con la squadra che con la stampa, con un nuovissimo sistema a “gesti” da poter selezionare in talune circostanze: prima della partita avremo la possibilità di stimolare i nostri giocatori con una più vivida rappresentazione dei nostri sentimenti, così come nelle rinnovate conferenze stampa che consacrano questa caratteristica come un’aggiunta di rilievo.

Particolarmente interessante la possibilità di incidere anche a partita in corso, magari dopo un primo tempo giocato senza la dovuta grinta, con sfuriate nell’intervallo (c’è realmente la possibilità di “tirare un bottiglietta”) atte a far sterzare l’inerzia di un incontro, peraltro dinamiche molto comuni e realistiche del calcio giocato.

Il carattere, quindi, la nostra personalità, potranno trovare maggiore spazio e incisività, diremmo a 360 gradi, visto che queste modalità di interazione poi le ritroveremo in gran parte delle infrastrutture che riguardano la comunicazione, simulando in maniera convincente un certo peso delle responsabilità e una certa pressione mediatica in caso di atteggiamenti poco accomodanti anche con i media.

Tali caratteristiche pervadono anche i rapporti più stretti, tra giocatori, tra agenti, con l’aggiunta di una chat rapida che dovrebbe, secondo gli sviluppatori, fungere da “Instant messenger” simulato, sempre con l’intento di restituire il feedback più realistico possibile dell’esperienza manageriale.

Tutte queste possibilità possono, in ogni momento, essere delegate a qualcun altro del nostro staff per alleggerire meccaniche che si fanno alla lunga necessariamente ripetitive, senza la possibilità reale di creare scenari se non indirettamente generati dalle nostre prestazioni, vincolo imprescindibile per un prodotto che chiede a noi di crearci il nostro destino come manager.


Lavoro di fino


Dopo averci messo al centro dell’esperienza, Sports Interactive, ha deciso di concentrare i suoi sforzi sul motore di gioco, non quello 3D (comunque rivisto), ma sul fondamento stesso del prodotto, quell’invisibile arbitro che elabora le nostre scelte tattiche e ne produce dei risultati credibili.

La sensazione di realismo è finalmente completa, alcune incrostazioni sono finalmente superate, ritrovano vigore i passaggi filtranti, le ali più che tirare crossano, non ci sono più difensori goleador, insomma si è ristabilita una sana monarchia dei ruoli di cui beneficia tutto l’apparato tattico.

Questo non vuol dire che non ci sarà la possibilità di assistere a eventi clamorosi, come un Goal da molto lontano, ma che gli stessi, almeno nella nostra esperienza, hanno un giusto equilibrio probabilistico: di notevole rilievo anche l’aggiunta degli xG, o meglio Expected Goals, cioè una statistica complessa che analizza numericamente le occasioni per segnare, che se filtrati possono fornirci indicazioni preziose delle criticità della nostra tattica e dell’adeguatezza degli uomini in campo.

Questi strumenti, oltre agli automatismi nell’analisi della formazione, provocano una certa tendenza del titolo a non essere troppo sfidante a livello competitivo, proprio perchè l’abbondanza di strumenti per capire cosa non funzioni a dovere nelle nostre scelte tecniche rende repentino e velocissimo capire dove mettere le mani, paradossalmente banalizzando questo aspetto senza la necessità di dover fare troppe prove per trovare il bandolo della matassa.

Come allenatori uno degli aspetti più stimolanti della sfida che abbiamo di fronte è la ricerca di giovani promesse da valorizzare o campioni affermati da seguire e corteggiare, per riuscire a inglobarli nella nostra rosa: anche questa versione di Football Manager tenta di rivedere le dinamiche di mercato, collocando il titolo furbamente in un ipotetico scenario post Covid 19, il cui dazio da pagare saranno finanze non proprio stellari e possibilità di manovra sicuramente non cospicue.

Abbonderanno formule di prestito con diritto di riscatto e alcune valutazione di giocatori, non i top player, vedranno un abbassamento delle pretese ( Boga del Sassuolo passerà da 25 a 18 milioni di valore, ad esempio) ma il sistema c’è sembrato finalmente coerente: è comunque difficile ponderare la mancanza di criticità nella sua interezza, di certo quello che sembra esserci, a differenza del passato, pare più ragionevole nel rapporto offerta-richiesta.

Interessante anche la struttura con cui si decideranno gli obiettivi di mercato: il tutto verrà presentato con una riunione dello staff tecnico atta a valutare i vari obiettivi, discutere sui rinnovi, ponderare le nuove proposte evidenziate dagli osservatori.

Per il resto troviamo le tranquillizzanti conferme nella gestione dello Staff diviso in Tecnico, Osservatori e Medico, con vari suggerimenti a video sull’adeguatezza dei vari settori (che ci indicheranno se abbiamo bisogno di figure specifiche o se abbondiamo di troppi fisioterapisti, ad esempio), la classica gestione allenamento, personalizzabile o delegabile che si modificherà dinamicamente a secondo delle variabili di calendario, la gestione finanziaria con i vincoli di bilancio sia per trasferimenti che monte stipendi.

Insomma, come in passato non saremo solo allenatori, saliremo alla ribalta come figura di interconnessione tra vari aspetti di uno straordinario spaccato, aggiornatissimo, dell’estetica del calcio moderno: attività fondamentale sarà delegare le attività che riteniamo più antipatiche e noiose per plasmare un’esperienza affine alle nostre corde, sapendo che in ogni momento potremo intervenire in prima persona in ogni aspetto della gestione.


Rappresentazioni calcistiche


Agli albori, quando ancora si chiamava Championship Manager, la rappresentazione dell’incontro era solo scritta, raccontata, con pochissime statistiche a video, giusto l’indispensabile: di stagioni ne sono passate e ci ritroviamo oggi qualcosa che oltre ad aver sposato il tridimensionale, si è evoluto come prospettive.

Football Manager 2021, infatti, nel Match Day fa un ulteriore salto in avanti, il focus ora è prettamente sul calcio giocato, con un engine 3D che riteniamo sia un piccolo gioiellino, perchè non ha le pretese di essere il nuovo Fifa a livello di resa, ne aspira ad esserlo, ma nella sua funzione di raccontare la partita lo fa in maniera credibile e piacevole.

Migliorata è l’illuminazione, migliorate sono in qualità e quantità le animazioni dei protagonisti (l’estetica dei tuffi di Donnarumma è incredibilmente realistica), con un ripensamento della UI che abbiamo trovato più comoda.

A questo riguardo notiamo un’importante divergenza: non avremo più dati numerici riguardo la condizione dei nostri giocatori ma un’icona visiva, quindi prediligendo a un approccio più statistico una rappresentazione più snella e immediata, e dobbiamo dire che la cosa funziona.

Riguardo invece all‘interfaccia, che è poi l’elemento con cui avremo a che fare maggiormente, ci sono diverse valutazioni da fare: la complessità di una gestione così estesa dell’esperienza, nasconde dietro un enorme numero di dati statistici, di possibilità, di ambiti che è difficile conciliare: quello che c’è sembrato è che seppur ben differenziata per ambiti, anche se ovviamente numericamente considerevoli, la stessa faccia un po’ fatica a tenere insieme tutta l’infrastruttura.

Ci si abitua a capirla, si prende confidenza, ma a volte più che un prodotto ludico assume le sembianze di un gestionale aziendale in cui non tutte le funzionalità e possibilità ci sono note, non per nostra inerzia, ma poichè non sono presenti nel luogo in cui ci saremmo aspettati che fossero, anche se i vari tutorial ci aiutano a entrare in confidenza con la stessa.

Insomma, una piccola, personale, esegesi per comprendere la potenzialità dell’interfaccia è necessaria.

Sicuramente un affinamento in tal senso, anche con una patch, è assolutamente auspicabile, giusto solo per integrare alcune informazioni in modo che sia più una sintesi razionale (ad esempio la sezione Rosa e Tattica potrebbero beneficiare di una sola schermata) prima di un coraggioso, mastodontico, nuovo modo di gestire Football Manager.

Sul lato puramente tecnico, ovviamente, sulla nostra configurazione dotata di FX 8350, 16 gb di ram 1866 mhz e RX 580 Nitro 8 Gb, non ha avuto il minimo problema di fluidità a 2560×1440, a livello sonoro non ci sono musiche di fondo ma solo effetti ambientali durante la rappresentazione delle partite, gli stessi sono di medio livello, ma quantomeno coerenti e sincronizzati alla dinamica dell’incontro.


Conclusioni


PROCONTRO
Nuovo motore di gioco credibileInterfaccia che inizia a sentire il peso degli anni
Evidenti sviluppi dell’ IAAzioni consuetudinarie che tendono a diventare, necessariamente, noiose
Estetica delle partite migliorata e rinnovataStrumenti di analisi che lo rendono meno intuitivo e più semplice.

Il paradigma con cui bisognerebbe approcciarsi a una simulazione del genere per capire se il titolo possa essere riuscito o meno passa, insindacabilmente, dall‘illusione, o meno, di trovarsi davanti a degli antagonisti virtuali, a delle dinamiche che possono in qualche modo risultare credibili.
Il nuovo motore di gioco è perfetto, corregge vecchie incrostazioni, ha una nuova IA evidentemente di altro livello, ogni comando ha ora un senso, in una fluidità tra istruzione e risultato su cui costruire il futuro della serie.
Restano problematiche, noie, più che altro nell’estetica e nella struttura con cui l’interfaccia è stata pensata, ma, soprattutto, il controllo ormai totale e gli strumenti che ci vengono forniti ci consentono con uno sforzo non eccessivo di mettere in campo una formazione che facilmente troverà pochi antagonisti, ovviamente se studiamo una identità tattica ragionevole.
Detto questo, comunque, il mercato non propone antagonisti che si avvicinano nemmeno lontanamente alla completezza del lavoro svolto da Sports Interactive.

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