Ci sono giochi che, a volte, trascendono il concetto di semplice opera videoludica, e si propongono come qualcosa di diverso; a volte il loro unico scopo è creare un senso di pace e rilassamento nel giocatore, altre invece il focus sono le emozioni provate, o una storia dai risvolti ora tristi, ora romantici, ora esaltanti. The Magnificent Trufflepigs rientra in questa categoria di videogiochi, e lo fa in un modo estremamente coraggioso, oltre che particolare. Un qualcosa che potrebbe non piacere a tutti e che proprio per sua stessa natura percorre un sentiero difficoltoso. Ma la domanda, come sempre, è una sola: The Magnificent Trufflepigs è un gioco valido dei vostri soldi? Continuate a leggere, amici del Vault, e avrete come sempre la risposta che cercate.
La mia cara amica d’infanzia
Beth sta per sposarsi. In procinto di ereditare l’azienda di famiglia, sembra quasi che la sua vita sembri andare in pezzi, sgretolandosi su sé stessa. Ha però un obiettivo, un tarlo che le rode la mente e che la porterà a trascinare il suo amico Adam nei luoghi della loro infanzia alla ricerca di un particolare tesoro. Per quanto Beth cerchi di fingere che va tutto bene, tuttavia, poco a poco i suoi demoni iniziano a venire a galla, mostrando come, in fondo, nulla è come appare davvero. Ed è proprio qui che entra in gioco il suo amico d’infanzia, che starà a noi controllare. Nel corso della nostra ricerca, immersi nel paesaggio delle campagne inglesi, avremo modo non soltanto di gettarci alla ricerca di questo fantomatico tesoro, un anello al quale Beth sembra profondamente legata, ma avremo anche modo di aiutare la nostra amica a scendere a patti con sé stessa e con i tarli che le affollano la mente. Come si svilupperà la storia? Beth riuscirà nel compito di rimettere in ordine sé stessa? Dipenderà da noi, da come le staremo vicino e da come seguiremo la storia.
Un detector per domarli, un detector per trovarli
Se le premesse di The Magnificent Trufflepigs sono piuttosto positive, una volta entrati nel gameplay avremo modo di comprendere realmente quale sia il nucleo di questo titolo. Un nucleo che, però, spesso si rivela essere meno incisivo di quanto potrebbe e dovrebbe. Il concetto base del titolo è quello di proporsi come un’esperienza estremamente rilassante, sia per l’indubbia qualità degli ambienti che ci troveremo ad esplorare, sia per il senso di pace che potremo sperimentare nel momento in cui, preso in mano il metal detector, ci lanceremo nella nostra avventura. Perchè è proprio questo il fulcro del gameplay di The Magnificent Trufflepigs. Il gioco ci proporrà di volta in volta una giornata lavorativa, alla quale corrisponderà di riflesso una nuova porzione di location da esplorare. Armati del nostro fido detector, dovremo infatti perlustrare a fondo i campi della campagna inglese in cui è immersa la tenuta di famiglia di Beth, dissotterrando di volta in volta i tesori più disparati, alcuni di maggior valore altri classificabili molto sbrigativamente come spazzatura.
Esplorando i vari ambienti di gioco verremo messi davanti a due possibili modalità di gioco: la semplice esplorazione e la perlustrazione mediante l’utilizzo del metal detector. E se la prima modalità permette un movimento più rapido, permettendo di spostarsi agilmente nell’ambiente di gioco, una volta attivato il detector avremo un pratico HUD in cima allo schermo, che ci comunicherà quanto saremo vicini al nostro obiettivo. Una modalità molto simile al gioco “Acqua…Fuocherello….Fuoco!” che vedrà il metal detector emettere suoni sempre più forti e ravvicinati man mano che ci avvicineremo al tesoro da dissotterrare, con la possibilità di controllare la vicinanza mediante l’interfaccia grafica. Trovato il tesoro, avremo quindi modo di dissotterrarlo servendoci di pala e paletta ogni volta che avremo disseppellito un tesoro, potremo poi mandare la foto a Beth, e spesso questo coinciderà con qualche piccolo approfondimento di trama.
E purtroppo è qui che iniziano i problemi. Se l’intento, pregevole, dei ragazzi di Thunkd è quello di farci immergere in un’avventura rilassante e dai ritmi lenti e compassati, bisogna segnalare come spesso questa sensazione di pace venga meno in favore di alcuni espedienti narrativi non proprio piacevoli. La trama viene infatti spesso e volentieri spiegata tramite questi piccoli intermezzi o nelle pause fra una giornata di lavoro e l’altra, ma fin troppo di frequente ci ritroveremo nella spiacevole condizione di essere interrotti nelle nostre ricerche dalle chiamate di Beth tramite il Walkie Talkie, il che significherà assistere forzatamente a sequenze narrative di solo dialogo, che non potremo interrompere o saltare in alcun modo. A volte ci verrà data la possibilità di scegliere un’opzione di risposta, ma questo piccolo espediente non cambia il fatto che le continue interruzioni forzate del gameplay si rivelano essere fastidiose, in quanto spezzano inutilmente un ritmo già di per sé lento, anche a causa del fatto che la velocità di spostamento durante l’utilizzo del metal detector si rivela essere fin troppo bassa. E se di per sé questo non sarebbe un reale problema, lo diventa nel momento in cui il suo utilizzo è l’unico metodo per rilevare i tesori, e pur essendo presente una mappa liberamente consultabile, non ci saranno indizi che ci permetteranno di scoprire dove il tesoro si trovi, lasciandoci di conseguenza nella situazione di doverci spostare per lo più a caso nell’ambiente di gioco ed attivare il metal detector ad intervalli più o meno regolari per poter coprire una buona area di ricerca.
La bellezza delle campagne inglesi
Processore | Ryzen 5 2600 3,4Ghz |
Scheda Grafica | AMD Radeon Sapphire 5700 Xt Nitro + |
Ram | G-Skill Trident Z 3000Mhz CL16 |
Hard Disk | WD Blue 1Tb M2 SSD |
Il lato tecnico di questo titolo è sicuramente di una caratura ben diversa. Il comparto grafico, pur non essendo orientato palesemente al fotorealismo, è in grado di restituire un impatto visivo sicuramente di grande pregio ed interesse, con una grafica dall’aspetto colorato e rilassante che ben si sposa con le ambientazioni di campagna che ci verranno proposte e che contribuisce ad aumentare l’appagamento provato nell’esplorare le varie aree alla ricerca dei tesori. Il menu di configurazione della grafica si mostra molto essenziale ma al contempo ben curato, e sebbene manchi delle finezze e della personalizzazione più approfondita e minuziosa che è possibile riscontrare in altre produzioni più blasonate, permette ugualmente una buona configurazione, grazie anche al fatto che l’impatto prestazionale del titolo si rivela essere molto ridotto. Durante la nostra prova abbiamo infatti impostato una risoluzione di 1920×1080, impostando il massimo profilo grafico possibile, e non abbiamo riscontrato rallentamenti di sorta, cosa che comunque potrebbe risultare scontata a causa del fatto che per quanto la realizzazione artistica del titolo ci dia l’illusione di trovarci in uno spazio estremamente esteso, nella realtà dei fatti le aree che ci troveremo a visitare saranno sempre molto contenute, il che contribuisce enormemente a ridurre le risorse di calcolo richieste alla nostra configurazione, grazie anche all’assenza di particellari o effetti procedurali.
Un plauso va anche al comparto audio, che si compone di una colonna sonora piacevole e rilassante, ma dove sono le voci dei protagonisti a brillare maggiormente. Se nel corso della recensione di Resident Evil Village avevamo bocciato il doppiaggio, puntualizzando quanto fosse irrealistico che personaggi autoctoni dell’est europeo parlassero con un marcato accento americano, qui ci ritroviamo a fare l’appunto diametralmente opposto. Il gioco, infatti, ci vede esplorare le campagne inglesi, e ci racconta la storia di due persone cresciute fra quelle stesse campagne, ed è quindi un piacere in tal senso ascoltare i dialoghi e constatare come, effettivamente, questa caratteristica sia stata rispettata in fase di doppiaggio, risultando una finezza estremamente piacevole e nondimeno inaspettata che aumenta ulteriormente l’immersione del giocatore.
Conclusioni
Nonostante The Magnificent Trufflepigs abbia alcuni difetti, soprattutto a livello di gameplay, che per alcuni giocatori potrebbero risultare invalidanti, al punto da far abbandonare il titolo prima ancora di finirlo, non ci sentiamo di bocciarlo, come probabilmente avverrebbe per titoli di ben altra caratura. Il comparto grafico di ottima realizzazione e un’inaspettata attenzione ad alcune finezze della componente audio fanno si che si riesca a soprassedere almeno in parte sui difetti riportati, aggiungendovi l’indiscutibile pregio di avere una storia che pur non essendo sicuramente di quelle che tengono incollati allo schermo, riesce ugualmente a risultare piacevole e di buona scrittura, pregna di un romanticismo ed una nostalgia resi magnificamente dagli sviluppatori. Il prezzo concorrenziale a cui viene venduto, poi, contribuisce ulteriormente ad alzare la soglia della tolleranza nei confronti delle pecche di questo prodotto, sebbene questo non voglia dire ignorarli totalmente. Ci sono, e sono sotto gli occhi di tutti, questo non è purtroppo discutibile.