Voodoo Detective Review

by Patrick Grioni
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Sviluppatore:Distributore:Versione testata:Costo:Data rilascio:
Short Sleeve StudioShort Sleeve StudioSteam12,49 euro24/05/2022

Ci sono prodotti che ti entrano nel cuore, che una volta terminati ti lasciano un vuoto, ci sono videogiochi capaci non solo di estraniarti da realtà magari tediose, ma soprattutto ti lasciano la libertà di perderti in intrecci caotici di personaggi assurdi ma che impari, a tuo modo, ad amare.

Questo fu per me Monkey Island o Indiana Jones And The Fate o Atlantis, dei quali non vedevo l’ora di confrontarmi la mattina a scuola col mio amico Andrea prima di far finta di seguire la lezione della professoressa Degan, per aggiornarci sulle nuove intuizioni avute e su dove fossimo arrivati.

Altri tempi, che un po’ ci mancano (per chi gli ha vissuti) ma anche dopo 20 anni certe produzioni risultano per noi delle calamite non solo per presentazione ed enigmi, ma anche per riassaporare, da eterni Peter Pan, quelle atmosfere.
Oggi come allora Andrea lo sento ancora, e nelle nostre più rare chiacchierate telefoniche lasciamo sempre spazio a quella passione che ci accomuna.

Voodoo Detective, prodotto dalla software house indipendente Short Sleeve Studio, è una sua intuizione, e essendomi giunto in redazione, non vedevo l’ora di confermare le sue buone parole riguardo a quest’opera: lo stile e i disegni ricordano le avventure Lucas Arts, l’assets è molto particolare, una sorta di Caraibico Noir misto con un tocco di magia Voodoo (come il nome nel titolo non nasconde).

Avviato il gioco, il primo enigma è una folgorazione: parte dei titoli di presentazione vanno a fuoco a causa di una candela mal posta su un teschio, non c’è quindi tempo da perdere, e mentre tutto arde scopriamo che nel nostro ufficio nascondiamo una sorta di mini bar consolatorio da cui potremmo attingere per salvare la situazione.

Già da questo primo approccio capisco una cosa: è il mio gioco.


AMNESIA


Here lies our friend Burning Larry, he played with fire, so now he’s buried

Humor tipicamente inglese di alcuni passaggi

Le vicende che muovono la nostra prima indagine riguardano un caso di amnesia: una donna, una certa Mary Fontule, presentandosi nel nostro estivo e colorato studio, ci illustrerà una situazione alquanto singolare: sa di essere una diversa persona che sta vivendo la vita di qualcun altro.

Sembrerebbe un espediente quasi banale, se non fosse che la nostra referenza le è stata indicata da un biglietto da visita trovato vicino a un pendente, oggetto che la stessa sogna in maniera ricorsiva.

UN MOMENTO PERO’, noi non abbiamo mai creato biglietti da visita!

Di fatto appena preso in mano lo stesso come i migliori film di Mission Impossible svanirà bruciacchiato, innescando in noi, Detective Voodoo, curiosità e interesse, ma anche una irrefrenabile voglia di saperne di più del caso proposto.

Non indugeremo quindi oltre nell’accettare un sostanzioso fondo spese e a metterci in moto per risolvere la vicenda che la confusa Mary (o chi per essa, vista l’amnesia) ci ha presentato.

Inizia qui il nostro peregrinare per Monkey Island… anzi no, pardon, abbiamo sbagliato caraibico, volevamo dire New Ginen, l’isola tropicale scenario delle nostre vicende che del capolavoro Lucas Arts conserva lo spirito nei suoi scenari disegnati a mano: la scopriamo ricca di turisti, in ogni dove, persino a farsi immortalare nel cimitero cittadino.

Nella stessa, infatti, è in corso una lotta di potere che la spensieratezza di mare cristallino e sole ustionante non lasciano subito trasparire, ma che la vorrebbe trasformata in una sorta di gigantesco pacchetto vacanza: in questo, la tradizione, il voodoo, o anche le proprietà più iconiche e caratteristiche come i bar con musica dal vivo, rischiano di essere fagocitati in funzione del mero beneficio economico.

Appare eclatante e cristallina l’anima Noir del titolo che mira a enfatizzare il rude ma giusto tradizionalismo, contro il corrotto capitalismo alienante, senza mai sforare, però, in riferimenti chiaramente politici e antipatici in un contesto del genere..

Di fatto le prime persone con cui ci troveremo a dialogare al principio dell’indagine saranno maggiordomi, proprietari terrieri (tra cui Victor Fontule presunto marito della nostra cliente), avvocati e banchieri, in gran parte figuri cinici, distanti, che baderanno al loro interesse spesso mentendo per propria convenienza.

Come si inserisca la cara Mary in tutto questo lo lasciamo scoprire a voi, non possiamo certo raccontarvi tutto, ma vi assicuriamo che la vicenda assumerà connotati che non potrete prevedere.


UN ADVENTURE VERO


Here lies Celiac, sickly Fred, he chocked to Death, on gluten-free bread

Altro esempio di Humor

Di una cosa potete stare certi, Voodoo Detective è un adventure vero, tradizionale se vogliamo, nostalgico forse, ma che sa farsi piacere da tutti coloro che amano ritmi e atmosfere spensierate: la furbizia e arguzia degli enigmi varia molto da caso a caso, ma nei testi o nei particolari si trovano sempre quei richiami in grado di accendere la così detta lampadina e creare quel senso piacevole di riuscita.

Il filo narrativo e il gameplay si pongono su due livelli distintivi, che constano di un inventario con vari oggetti da combinare e osservare, come nelle più tradizionali avventure (e questo per noi è un bene), e un libro di riti Voodoo che spesso sarà la nostra bibbia per risolvere talune problematiche, non a caso ci chiamiamo Voodoo Detective, e tramite il soprannaturale avremo la nostra marcia in più.

La caratterizzazione dei personaggi è di buona fattura tanto che anche alcune comparse secondarie (ci viene in mente l’inserviente del cimitero) avranno sempre qualcosa da raccontarci e dettagli (oltre che battute) da proporci: il ritmo, come detto è rilassato, e si basa proprio sul filone investigativo che sbloccherà dialoghi nuovi man mano che avremo informazioni da poter condividere.

Difficilmente resterete bloccati, se non in 2 passaggi di cui uno prettamente “uditivo” verso il termine dell’avventura, non per deficienze dello schema logico, ma poichè alcune soluzioni sono veramente particolari e difficili da intercettare subito o almeno, con noi è stato così.

Quello che invece vi farà innamorare di questo titolo è la comicità intrinseca di ogni azione, a patto di avere una buona padronanza dell’inglese (non vi è una traduzione nemmeno dei sottotitoli in Italiano): il protagonista userà un registro irriverente, spocchioso, ma allo stesso tempo tremendamente comico, un gusto inglese, da freddura più che da ilarità conclamata, che si inserisce perfettamente nell’anima di fondo Noir dell’opera.

Gli scenari, così come le ambientazioni, sono abbastanza varie proporzionati per una durata dell’avventura che stimiamo intorno alle 4-5 ore, non è certamente un record per la categoria, ma è il periodo necessario per portare a termine l’unico caso che ci verrà proposto: quest’ultimo lascia però aperta la porta ad eventuali, e graditi, seguiti.


TECNICA


Sistema Prova
Processore: Ryzen 5 5600X
Scheda Grafica: RX 6700 XT Red Devil Powercolor
Ram: 16 GB ram DDR4 3200 Mhz Corsair Vengeance RGB PRO
Archiviazione: 250 GB SSD Samsung Evo 960 + 500 GB Samsung Evo 860

Passando al livello tecnico, sicuramente, siamo di fronte a un’opera più che visivamente complessa, ispirata dall’amore: tutti gli sfondi e gli elementi d’interfaccia, fintanto ai pannelli di dialogo sono interamente disegnati a mano, con ottima ispirazione, ma che lasciano il passo a una controindicazione evidente: risulta difficile intercettare gli elementi importanti nella scena a causa di una omogeneità troppo marcata.

Di medio basso livello le animazioni, nonostante la collaborazione di John MacFarlane (che ha lavorato sulla serie The Simpsons) con una postura del nostro Voodoo Detective risultante troppo plastica e rigida, così come diversi altri personaggi che incontreremo nel nostro peregrinare: si ha sempre la sensazione che qualche frame in più e qualche cura ulteriore avrebbero reso il tutto più armonioso.

Abbiamo inoltre riscontrato, ogni tanto, una certa mancanza di fluidità non dovuta ai requisiti tecnici, con animazioni che diventavano poco fluide così come le transazioni di scenari, risolte da un riavvio del sistema, quindi non propriamente inerenti alle specifiche tecniche, ma più probabilmente deve essere un problema che investe la gestione della ram.

A livello sonoro, anche grazie alla collaborazione di Peter McConnell, noto per le colonne sonore di Psychonauts 2 e Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge, e i doppiatori Darragh O’Farrell (The Curse di Monkey Island), oltre che gli effetti sonori affidati a Julian Kwasneski (Sam & Max, The Curse of Monkey Island), siamo sulla soglia dell’eccellenza assoluta, l’atmosfera è assolutamente perfetta e il recitato sempre ispirato e coerente.

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Zethras Gorgoth
1 anno fa

Non sembra male in effetti, anche se in tutta franchezza non è un gioco che di mio sarei spinto a provare xD Diciamo che a leggere la recensione sembra uno di quei giochi che di solito proverei solo dopo aver avuto modo di vederli all’opera su youtube magari

Michele malighetti
Michele malighetti
1 anno fa

Non proprio il mio genere di gioco , ma dalla recensione vien voglia di provarlo 🤙

Ultima modifica 1 anno fa da Michele malighetti
Dek
Dek
1 anno fa

figo

Vincenzo Gentile
Autore
1 anno fa

Questo gioco sembra spettacolare e graficamente è decisamente molto curato (mi ricorda un pò quei cartoni francesi usciti tra la metà degli anni 80 ed inizio 2000)