Gears Tactics review

by Lorenzo Ugolini
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Gears Of War è una delle serie di punta di Microsoft, sviluppato inizialmente per xbox e successivamente per pc. Il primo titolo della serie usci il 7 novembre del 2007 su Xbox 360, creato dalla brillante mente di Cliff Bleszinski e sviluppato da Epic Games (con il supporto di The Coalition e People Can Fly). Trattasi di un Tps, sviluppato con la prima versione dell’ormai famoso “Unreal Engine”, che ci racconta le vicende di Marcus Fenix e del suo “violento” team, intento a sconfiggere una piaga di creature uscite dal sottosuolo, chiamate “Locuste”.
Il titolo riscosse subito un enorme successo per le innovazioni portate al genere: sistema intelligente e dinamico di coperture, gameplay fluido e divertente, comparto grafico e tecnico d’eccezione e una narrazione ben curata.

Nel 2008 esce il seguito, “Gears Of War 2”; sempre ideato da Cliff, sviluppato da Epic Games e pubblicato da Microsoft Games Studios (esclusiva Xbox). Il secondo capitolo non solo porta avanti la storia di Marcus, ma migliora in tutto e per tutto le caratteristiche principali del primo, aggiungendo la modalità orda e procedendo con una narrazione ancora più spiccata e un’ottima progressione dei caratteri dei personaggi.
Un altro grande successo per Microsoft, pronta a trasformare la saga in una vera e propria “Killer Application” per la sua console.

Nel 2011 esce invece il terzo capitolo della saga, “Gears Of War 3”, esclusiva dell’amata Xbox 360. Il titolo forse più apprezzato dell’intera serie; migliora la narrazione, ricca di colpi di scena e momenti strappalacrime; il gameplay rimane invariato e sempre apprezzato, vengono aggiunte modalità PvP e viene migliorata Orda, una delle modalità più amate dai fan.

Subito dopo il terzo capitolo, Cliff decide di abbandonare il progetto per dedicarsi ad altre idee (sempre nel mondo dei videogiochi); il testimone passa quindi a People Can Fly che, con l’aiuto di Epic Games Poland, ne sviluppa uno Spin Off, “Gears Of War Judgment” (esclusiva Xbox)
Per questo capitolo, hanno deciso di raccontare la storia di Baird, uno dei compagni di Marcus, con un approccio molto più “spensierato”: la narrazione perde leggermente di mordente, il gameplay diventa più veloce e caotico, con orde di nemici pronte a farci la pelle. Il gioco, nonostante un leggero cambio di direzione, rimane dannatamente divertente, forse anche più delle produzioni scorse, sia da giocare con amici in coop sia in solitaria.

Dopo un ottimo capitolo di intermezzo, Microsoft Studios passa la palla a The Coalition, che nel 2016 ne sviluppa il quarto capitolo (Pc, Xbox).
Nonostante l’andamento ormai positivo della saga, The Coalition non riesce a tenere alto lo standard di questo colosso, abbassandone leggermente la qualità. La storia racconta le vicende di Den, figlio di marcus, allontanandosi dal “quartetto” a cui siamo sempre stati abituati e che abbiamo imparato ad amare.
Il titolo in sè mantiene i punti di forza dei precedenti capitoli ma ne cambia altri: la narrazione vira leggermente, preferendo un approccio più lineare e una progressione dei caratteri dei personaggi tutt’altro che veloce, condita da una campagna non all’altezza dei precedenti capitoli. Il PvP rimane ad ottimi livelli, inserendo un sistema di ranked e aggiungendo nuovi strumenti di distruzione al già ricco arsenale dei nostri Gears.

Nel settembre del 2019, The Coalition ci riprova con Gears 5, disponibile per Xbox one e Pc. Una maggiore esperienza nello sviluppo e l’amore per la saga, hanno portato ad uno dei migliori capitoli che sia mai stato creato: tecnicamente sbalorditivo, una narrazione finalmente alla pari del terzo capitolo, una progressione dei personaggi fantastica, una varietà di gameplay eccezionale e un multiplayer ricchissimo, sia di armi che di modalità.

Che dire, The Coalition ha saputo far centro nel cuore degli appassionati, creando una delle più belle esclusive Microsoft in circolazione… fino ad oggi.

Gears… sei tu?

A distanza di un anno dall’ottimo quinto capitolo, The Coalition ci riprova, cambiando veste al titolo e trasformandolo in uno strategico a turni che strizza l’occhio al famosissimo Xcom. Nonostante le somiglianze, Gears Tactics è un titolo diverso, dotato di una sua anima e molto più vicino alla saga principale di quel che si possa immaginare.
Rinuncia alla componente strategica e predilige un approccio più action, condito da una narrazione eccezionale, al pari degli scorsi capitoli.

Locuste erano… Locuste rimangono

Gears Tactics non si accontenta di passare per un semplice spin off e mette in campo una narrazione fenomenale, ricca di filmati in computer grafica e una realizzazione alla pari della serie principale. La trama è lineare e altrettanto semplice; Il contesto storiografico lo vede come prequel del primo Gear Of Wars, esattamente dodici anni prima il capitolo di debutto della serie.

La storia gira intorno a Gabe Diaz, padre di Kaith Diaz (che abbiamo imparato ad apprezzare nel quinto capitolo) che, dopo una lunga pausa da un conflitto che lo ha psicologicamente segnato, viene richiamato dal veterano Sid Redburn per contrastare ukkon; un Gerarca a capo delle locuste che si diverte a creare mostruosità e seminare panico. Gabe e i suoi compagni si ritroveranno a combattere nei pressi della provincia di Sera per far fronte a questa nuova minaccia.


Le CutScene sono realizzate splendidamente, sia come doppiaggio, sia come regia; il sound design è di ottima fattura riuscendo a dare il massimo in ogni situazione. Questo è un prodotto confezionato divinamente, condito da un uso certosino del famoso Unreal Engine 4, che tutti coloro in possesso di un pc e di un abbonamento Game Pass dovrebbero giocare.

4 contro 100

Per quanto riguarda il gameplay, la situazione è semplice. Gears Tactics riprende in tutto e per tutto il sistema di gioco di Xcom, semplificandolo e rendendolo più appetibile anche ai non Fan del genere. La differenza più grande che salta all’occhio è la visuale libera del gioco: i protagonisti potranno muoversi liberamente in tutta la mappa, con il solo limite delle azioni per turno (al contrario di Xcom, dove il protagonista ha delle caselle dove spostarsi). Questo capitolo porta con se anche il famoso sistema di coperture “magnetico” che ha reso famosa la saga, implementato talmente bene che sembra nato per questo genere sin dall’inizio. Il gioco è fluido, divertente e veloce, condito da un’interfaccia semplice e intuitiva che vi accompagnerà in questi scontri frenetici.


Nonostante le basi rimangano invariate, The Coalition e Splash Damage hanno deciso di cambiare gli equilibri di un altro importante fattore, riuscendo anche qui senza troppi problemi. Si tratta del rapporto tra unità alleate ed unità nemiche: se in Xcom saremo quasi sempre “alla pari” con gli avversari, su Gears non sarà affatto cosi. I nemici sono in netta superiorità numerica portandoci, su carta, ad un netto svantaggio per Gabe e i suoi compagni.
In ogni missione potremo infatti schierare un massimo di 4 unità, scelte più o meno liberamente tra la nostra schiera di soldati, mentre dalle schiere nemiche ci troveremo tranquillamente 10 o più unità. Nonostante le locuste siano in vantaggio numerico, sono comunque molto più deboli rispetto ad un umano, sarà quindi molto facile spazzarne via la maggior parte con una semplice raffica di lancer.
Nonostante questo dislivello, il gioco funziona bene e non incappa in nessun problema di bilanciamento. Questo determina un gran lavoro sull’equilibrio generale, che appare sempre solido.

Fashion Gears

Un aspetto importante per uno strategico è sicuramente la progressione dei propri eroi; ossia la possibilità di potenziarli per far fronte a minacce sempre più grandi. Il titolo di Coalition e Splash Damage riesce anche su questo fronte. Il menù di personalizzazione è semplice e intuitivo, con uno skill tree ricco di abilità: dal curarsi dopo una kill, al tirare più granate in un solo round di gioco. Ogni ruolo ha le sue abilità attive e passive.


Ci sono le avanguardie come Sid, che vantano un’ottima resistenza e potenza di fuoco ma una pessima precisione. Ci sono i supporti, ossia personaggi che possono aiutare compagni, con abilità capaci di aumentare la durata di un turno e curare con delle granate apposite. Ci sono anche i cecchini, classi eccezionali dalla distanza ma che dopo ogni colpo dovranno ricaricare, sprecando un azione. Non mancano i mitraglieri, che con le loro enormi gatling possono fornire un fuoco di copertura eccezionale.
Abbiamo apprezzato e usato tantissimo la modalità Vedetta: una funzione che permette ad un combattente di “pattugliare”, con un raggio a cono, una zona per crivellare qualunque nemico abbia il coraggio di passare da li; non abbiate paura di abusarne, vi garantiamo che i nemici faranno lo stesso.


Il titolo offre anche una completissima personalizzazione: una volta in partita, sarà possibile esplorare per poter trovare parti di armatura (con abilità passive uniche) e accessori per armi, come canne, calci, mirini e caricatori. Potrete modificare anche colori, riflessi e tipo di materiale di ogni singola armatura. Anche un Gears ha bisogno del proprio stile… giusto?

Secondarie… secondarie ovunque

Questo è forse uno dei pochi lati negativi della produzione. Durante le 30 ore necessarie per completare la storia, saremo costretti a svolgere una certa quantità di missioni secondarie per poter procedere con le principali; esse sono di vario tipo: dal difendere una postazione per ottenere rifornimento mentre trucidate orde di locuste, al salvare dei poveri umani rinchiusi in qualche strana capsula che, una volta liberati e tornati a casa, potranno essere reclutati nelle nostre schiere. Di per sè non sono male, considerando che permetteranno di ottenere equipaggiamento di alta qualità; il problema è l’obbligo di svolgerle per poter proseguire e, a lungo andare, diventeranno un pochino noiose. Se aggiungiamo anche un aumento drastico di difficoltà artificiale, anche solo impostando il gioco su “intermedio”, scopriamo delle piccole lacune in un titolo che, comunque ci ha stupito su quasi tutti i fronti.

Si gears… sei proprio tu

Se il gameplay ci ha stupito positivamente, lo stesso vale per il comparto tecnico. Trovare un titolo di questo genere con tale livello di dettaglio non è per niente facile; Gears Tactics è prima di tutto bello da vedere e The Coalition ha dimostrato di avere il pieno controllo dell’Unreal Engine. Quando la telecamera si sposta dietro le spalle di uno dei nostri personaggi (molte volte per enfatizzare un’esecuzione), si percepisce la qualità di un prodotto che non punta solo ad essere un semplice spin off, rivaleggiando tranquillamente con il quinto capitolo.

L’illuminazione lascia a bocca aperta come il dettaglio dei proiettili e delle granate, che lasceranno buchi o crateri a seconda della superficie.
La densità poligonale è ottima, lasciando spazio anche ad una discreta distruttibilità: ogni detrito rimarrà sulla mappa di gioco e interagirà con ogni nostra azione, mostrando una fisica tutt’altro che banale.


Textures e poligoni sono sempre al proprio posto e non lasciano mai trasparire problemi di mancata “smussatura”. Qualche problema di pop up, ormai classico dell’Unreal, che però viene facilmente dimenticato grazie ad una scalabilità invidiabile delle impostazioni grafiche.
L’art direction di Gears rimane sempre qualcosa di eccezionale che, dal 2006 fino ad oggi, non ha mai sentito il peso degli anni, portandoci sempre delle location leggendarie e questo capitolo non è da meno.

Conclusioni

A distanza di 1 anno dall’ottimo quinto capitolo, The Coalition ci riprova e con l’aiuto di Splash Damage, cambiano vesti ad una delle serie più iconiche della grande X, ispirandosi al capo branco “Xcom” ma semplificando il tutto, riuscendoci alla grande. Il comparto tecnico è solido e ben gestito; Il gameplay è fluido e divertente, rinunciando alla strategia classica del genere, per un approccio più action e dinamico. La mancanza di una “base” da poter gestire e una struttura ripetitiva e leggermente invasiva delle missioni secondarie, non premettono al titolo di guadagnarsi un posto nell’olimpo degli strategici a turni. Nonostante questo, Gears Tactics si classifica come una piacevole sorpresa durante questo “sfortunato” 2020. Una produzione ben confezionata che non si limita al “copia e incolla” ma prova a crearsi una sua identità, riuscendoci alla grande. Non fatevi spaventare dal cambio di prospettiva e dall’aggiunta dei turni; questo capitolo è Gears Of War, sotto ogni punto di vista. Consigliato non solo agli amanti dei giochi a turni, che vogliono rilassarsi con qualcosa di più “semplice”, ma anche a tutti i fan di Gears che, sin dall’inizio, hanno un pò storto il naso per questa nuova veste.
Fidatevi… non ve ne pentirete!

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