La difficoltà di un videogioco definisce il videogiocatore?

by Zethras Gorgoth
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Bentornati, utenti del Vault, ad un nuovo episodio della rubrica Videoriflettendo, nella quale affrontiamo argomenti che non riguardano un brand, né tanto meno hardware o software ma, piuttosto, sono comuni a tutti noi in quanto videogiocatori. Perché, in fondo, è questo che accomuna ogni singolo membro di PC Gaming Vault, dallo staff all’ultimo utente iscritto.

Quello che vorremmo affrontare oggi è invero un argomento piuttosto spinoso e, al contempo, possibilmente di facile soluzione. Se ne parla da decenni, da quando i videogiochi hanno introdotto il selettore della difficoltà, un evento a seguito del quale il mondo del Gaming non è più stato lo stesso. Prima di tutto questo c’erano i cabinati, giochi come possono essere Double Dragon, Metal Slug e Ghouls ‘n Goblin, nei quali la difficoltà non era semplicemente un fattore caratterizzante dell’esperienza, ma era in effetti un qualcosa di fisiologico, perché i videogiochi di quei tempi erano molto corti, e prima dell’avvento delle console casalinghe gli introiti per le software house erano rappresentanti dai soldi che i giocatori mettevano nel cabinato. Diveniva quindi essenziale che il gioco fosse difficile ai limiti della scorrettezza, perché il giocatore doveva essere costretto a mettere più soldi possibili se voleva vedere i tanto agognati titoli di coda. Col passare del tempo, tuttavia, questa situazione è andata cambiando e i videogiochi hanno iniziato ad essere un fenomeno di massa,presente in ogni abitazione fin dall’avvento del Commodore 64.

Col passare del tempo, tuttavia, questa situazione è andata cambiando e i videogiochi hanno iniziato ad essere un fenomeno di massa,presente in ogni abitazione fin dall’avvento del Commodore 64.

Cosa è cambiato da allora? Effettivamente molto, ed è sotto gli occhi di tutti. I videogiochi hanno subito una graduale semplificazione, perché la fonte di reddito non era più il cabinato ma l’acquisto della copia fisica del gioco stesso, che come conseguenza è diventato più semplice, alla portata di più persone, se non addirittura di tutti. Ed è questo, volendo, il vero punto focale della questione. Questa semplificazione ha portato nel tempo all’introduzione dei famigerati livelli di difficoltà, e se titoli come quelli From Software fanno dell’essere ostici e dell’approccio old school il proprio baluardo e vanto, non si può rimanere indifferenti di fronte al fatto che questa divisione non ha solo cambiato il medium ma ha, de facto, anche creato due correnti di pensiero ben distinte.

(…)titoli come quelli From Software fanno dell’essere ostici e dell’approccio old school il proprio baluardo e vanto

Da un lato abbiamo quelli che potremmo definire puristi, per quanto si potrebbe confondere questo termine con un epiteto dispregiativo, in quanto rimanda ad un essere ostinatamente relegati al passato in cui la difficoltà era l’effige dei videogiochi. Chi adotta questa linea di pensiero ritiene che un videogioco vada giocato alla massima difficoltà per essere goduto realmente, e non è raro vedere questi giocatori additare chi la pensa in modo contrario come “casuals” o “noob”, volendo usare due termini del gergo videoludico, spesso utilizzati con accezione negativa, se non sempre.

Dall’altra parte abbiamo invece chi preferisce un approccio più rilassato, e che al concetto di sfida predilige un playthrough più semplice, tramite il quale godersi la storia senza complicazioni e con la garanzia di arrivare alla fine della trama. E anche qui non è raro vedere questi giocatori additare il primo gruppo come invasati, o a volte anche peggio.

Naturalmente, noi di PC Gaming Vault siamo consapevoli che esistono infinite vie di mezzo, e non intendiamo assolutamente giudicare l’una o l’altra corrente di pensiero. Vogliamo tuttavia portarvi a riflettere, presentandovi due poli estremi di quella che è una realtà estremamente variegata e complessa. È davvero la difficoltà a cui si sceglie di giocare a definirci come videogiocatori? O è, piuttosto, il modo in cui viviamo il medium, in cui ci approcciamo alle storie e ai generi, a farlo?

Come sempre, siamo curiosi di conoscere il vostro parere, ma nel frattempo vi salutiamo e vi invitiamo a visitare la pagina Facebook per ulteriori contenuti.

Da PC Gaming Vault è tutto, e buon fine settimana.

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