Potion Craft: Alchemist Simulator Review

by Splintell
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Sviluppatore:Distributore:Versione testata:Costo:Data rilascio:
niceplay GamestinyBuildSteam12,49 euro13\12\2022

Calderone sul fuoco, mestolo enorme e tante piante mai viste prima d’ora. O siamo davanti a Masterchef Annus Domini 1123, oppure qualcuno qui sta diventare ricco vendendo pozioni a familiari strighi di quartiere e veleni a raccomandabili signore di corte.

Avete appena scoperto nel vostro retro bottega un giardino incolto genera strani funghi e radici contorte, che già la fila di cliente si fa rumorosa, pretendendo che con il vostro mestolo (forse) magico, risolviate i loro problemi più assurdi con boccette colorate e liquidi spumeggianti.

La vita di un alchimista del basso medioevo non doveva essere semplice e, a dimostrazione di ciò, adesso abbiamo tutti la possibilità di provarlo, scoprendo che alla fine non importa cosa vendi, ma come lo fai.
Perchè puoi essere il vecchio raccoglitore di funghi del paese o lo stregone più potente del regno, quando sei nella bottega vuoi solo essere trattato come meriti e che tutti i tuoi problemi vadano via con un singolo sorso di pozione.
Il vostro compito, chiedete? Dirgli esattamente quello che vuole sentirsi dire e far pagare caro loro ogni minuto passato al vostro bancone.

Questo è Potion Craft: Alchemist Simulator.

PS. Ah già, dovete anche risolvere il suo problema, o nessun cliente vorrà più venire da voi; alla fine gli affari sono sempre affari.


MEDIOEVO VISSUTO


Ah, il medioevo… periodo più unico che raro del quale sappiamo ancora spaventosamente poco.
Guerre tra regni e pestilenze hanno da sempre rappresentato gli unici avventamenti degni di nota ma della vita delle persone normali in periodi per noi anonimi non abbiamo alcuna idea. Può sembrare assurdo ma quello che ci mostra Potion Craft: Alchemist Simulator rappresenta davvero una reale possibilità di vita in qualche remoto paesino del certo Europa di quegli anni.

Grattando via tutta la superstizione ed i presunti effetti magici millantati, botteghe come quella del nostro gioco potevano essere la normale risposta ai bisogni quotidiani della popolazione. Senza scomodare ammazzadraghi dai capelli bianchi o stregoni ultracentenari, le persone normali avevano bisogno di cure, rimedi e soluzioni per i problemi di tutti i giorni ed è esattamente quello che siamo chiamati a fare nel gioco: ascoltare i problemi dei clienti e provare con le nostre abilità a trovargli un rimedio.


ALCHIMIA


Schiaccia gli ingredienti, gettali nel calderone e gira fino ad ottenere la pozione perfetta. Questa potrebbe essere la sintesi perfetta del gioco (dal punto di vista più meccanico possibile) perché il gioco in se è principalmente questo.
La parte della contrattazione e della vendita è in realtà uno skillshot a tempo che ti permette di recuperare un po’ di monete extra da reinvestire nella bottega o dai numerosi mercanti che si presentano alla tua porta ma la vera e propria tragedia in questo gioco è l’inventario. Si hanno accesso davvero a pochissimi ingredienti dal proprio giardino che sistematicamente non vi fanno accedere ad una parte specifica della mappa alchemica.

Da buon alchimista, infatti, possiamo suddividere tutti gli ingredienti in 4 macrocategorie (tanti quanti gli elementi base dell’alchimia appunto), ovvero terra (ingredienti di colore marrone comprendenti radici, cortecce e funghi), aria (piante dal colore bianco o celestino, ne abbiamo trovare poche nella nostra run iniziale), acqua (anche qui piante o cristalli dal colore blu o verde acqua) e per finire il fuoco (piante o funghi dal colore arancio o rosso). Ci sono poi degli ingredienti che rappresentano la combinazione multipla di questi elementi, che deduciamo dal colore stesso, utili per raggiungere particolari effetti altrimenti troppo dispendiosi.

Ed è poi questo il fulcro attorno al quale creare la propria strada e riuscire a “vincere” il gioco: si tratta unicamente di gestione delle risorse. Riuscire a realizzare pozioni eccellenti con il minor numero possibile di ingredienti così da averne sempre disponibili sia per la sperimentazione (che realizzeremo tramite l’aggiunta casuale di piante o radici in base alla direzione che esse faranno prendere alla pozione) che banalmente per le richieste dei clienti.

Buona norma sarebbe tenere sempre a portata di inventario le 4 pozioni basilari più richieste (che vi renderete conto essere quella di cura, quella della forza, quella del fuoco e quella dell’agilità) che rappresentano anche dei punti di partenza sia per pozioni da effetto combinato (fuoco ed esplosione, oppure forza e ricrescita) sia per continuare ad esplorare altri effetti nascosti sulla mappa vista la possibilità del ricettario di utilizzare una pozione come base di partenza per crearne altre.


VISIONE


Sistema Prova Lenovo Legion 5 Pro 16″ 2021
Processore: AMD Ryzen 5800H
Scheda Grafica: Nvidia RTX 3070 140 Watt TGP
Ram: 16 GB (8×2) Samsung 3200MHz CL 18
Archiviazione: SSD NVMe Crucial 1 TB up to 2000 MB/s read

Sorvoleremo sulle prestazioni, il gioco è davvero leggerissimo e va bene davvero su qualsiasi PC da ufficio, laptop di 7 anni fa o Chromebook di ogni sorta.
Lato artistico, invece, ci sentiamo di fare i complimenti per le scelte visive che, al netto dello stile grafico estremamente semplice. risultano molti curate e piacevoli da veder scorrere, quasi come a sfogliare un antico testo di fiabe perdute.
Non dispiace la colonna sonora scelta, sempre presente ma mai invadente così come i vari rumori che sentiremo durate il gioco.


E QUINDI?


Siamo di fronte ad un titolo che promette qualcosa e mantiene esattamente quella promessa per tutta l’esperienza di gioco man mano che diventiamo il più famoso (e ricco) alchimista della storia. Tra design grafico azzeccato e gameplay semplicissimo Potion Craft: Alchemist Simulator è un esperienza davvero piacevole alla quale però fatichiamo a trovare una collocazione. Perchè una persona dovrebbe volere questo gioco sul proprio PC?

Viste le richieste di sistema esigue ed una meccanica che può essere semplicemente riassunta ed eseguita con semplici movimenti di mouse, man mano che lo giocavamo avevamo sempre di più l’impressione di trovarci di fronte ad un gioco che sarebbe stato molto più adeguato al mondo Smartphone vista anche la sua struttura divisa in giornate che possono essere esaurite in pochi minuti.

Ma siamo su Steam e purtroppo ci tocca dire che per quanto sia un’esperienza sicuramente ben eseguita e solidissima, non riusciamo a trovargli una collocazione se non in nicchie di appassionati del genere fantasy con la propensione al management ed alla microeconomia.

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