Amnesia The Bunker Review

by Luca Vitale
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Sviluppatore:
Frictional Games
Distributore:
Frictional Games
Versione testata:
Steam
Costo:
Non comunicato
Data rilascio:
06/06/2023

Non credo che la serie Amnesia necessiti di particolari presentazioni: la collana di opere Horror plasmata dalle poche ma capaci mani di Frictional Games, si é nel tempo guadagnata un plateale consenso all’ interno del panorama degli horror games grazie a fini scelte sceniche e di gameplay in grado di trasmettere al giocatore un grande senso di inquietudine senza troppo scadere nei cliché di genere. Dopo il rilancio della serie con “Rebirth” nel 2020, il piccolo team svedese ci delizia, o meglio dovrei dire, terrorizza, con un nuovo capitolo della serie.


BENVENUTI NEL BUNKER


Abbandonati i polverosi templi algerini del precedente capitolo, “The Bunker” ci porta in una Francia dilaniata dalla prima Guerra Mondiale. Verremo calati nei panni di Henri Clement, uno sfortunato soldato della gendarmeria che, dopo una violenta battaglia con i tedeschi ed un’ardimentosa fuga tra il fango delle trincee, si risveglierà dal trauma misteriosamente solo ed indolenzito sotto le fievoli fiamme delle lampade ad olio di un tetro Bunker. Dopo una breve perlustrazione dei dintorni ci renderemo subito conto di quanto il povero Henri si trovi in una situazione a dir poco sconfortante:

l’unica via d’accesso al bunker é stata fatta saltare dall’ esterno nel disperato tentativo di intrappolare al suo interno una mostruosa creatura assetata di sangue.

Purtroppo non ci sono altre vie di fuga se non quella principale e l’unica opzione che rimane al nostro sfortunato gendarme é quella di liberare l’ uscita dai detriti. Henri scopre che le viscere della struttura custodiscono qualche candelotto di dinamite che potrebbe aiutarlo nel suo intento. Recuperarla però sarà tutt’ altro che facile poiché le misure di sicurezza del bunker sono ancora attive.


UN SOLIDO GAMEPLAY..


Amnesia: The Bunker é, come da tradizione, un Survival Horror in prima persona in cui fondamentale risulta l’ interazione con l’ambiente circostante.

Sebbene siano presenti armi e granate (naturalmente visto il setting) queste hanno una rilevanza abbastanza marginale. Risultano utili in qualche situazione, certo, ma non basteranno a raggiungere il risultato.

Per aggirare gli ostacoli e glissare gli agguati della bestia dovremo affilare l’ arguzia, osservare l’ ambiente ed utilizzare gli oggetti che ci circondano.

Alcuni oggetti, se non troppo pesanti, si possono raccogliere, ispezionare in cerca di indizi e lanciare, mentre altri, dalla maggior consistenza, si possono spingere o trascinare.

Immancabile compagna di viaggio la torcia a dinamo, la cui autonomia risulta esser di solo qualche secondo ed una volta esaurita, bisogna ricaricarla tenendo premuto il tasto designato (F).

Bisogna assicurarsi di non rimanere mai al buio, poiché la bestia ci si muove a proprio agio vista la sua poca tolleranza alla luce.

Essenziale a tale scopo risulterà quindi il generatore, alimentato con il carburante trasportabile tramite delle taniche sparse per tutta la struttura. Quando il macchinario é in funzione si possono comodamente accendere le lampade ed i dispositivi che utilizzano la corrente, ma purtroppo, vista la carenza di risorse, ci troveremo a dover razionare e pianificare i preziosi momenti di luce in base ai nostri movimenti.


..MA UN RITMO DELUDENTE


Al contrario del vecchio “Rebirth”, la cui impostazione di gioco risultava lineare e ritmata, The Bunker propone un ambiente esplorabile non linearmente con la presenza di un insistente backtracking: non c’é un solo modo di superare gli ostacoli ed anche il rapporto con la bestia é gestibile a propria discrezione, un approccio più silenzioso e cauto risulterà in meno incontri, mentre utilizzare esplosivi per irrompere nelle stanze ed in generale fare più rumore la renderà più presente ed aggressiva ma potremo risultare più rapidi nel raggiungimento del nostro obiettivo.

Gli sviluppatori avevano già da tempo messo in chiaro che The bunker si sarebbe discostato dai capitoli precedenti cercando di abbandonare la classica progressione lineare e che che avrebbe puntato più sul gameplay che sulla trama e lo sviluppo narrativo.

Per quanto tale approccio stimoli il giocatore a pensare e lo induca ad una costante inquietudine, i ritmi di gioco non possono che risultare collateralmente altalenanti, alternando sessioni intense ed appassionanti ad altre noiose e -potenzialmente- frustranti.

Girare in tondo senza sapere come proseguire può per brevi tratti essere un contestualmente positivo fattore ansiogeno, ma al perpetuarsi della situazione può scoraggiare velocemente il giocatore visto il peso di uno scenario abbastanza claustrofobico. Non so se io possa dirlo ma fortunatamente in fase di review, gli sviluppatori ci hanno fornito una guida walktrough scritta, che in un particolare momento mi ha aiutato ad uscire da una situazione di stasi che mi stava causando qualche grattacapo di troppo.

Se quindi al netto di qua la progressione organica risulti ben congegnata, quella narrativa (e poco mi interessa se “volutamente”) si mostra blanda e dispersiva, di parecchio inferiore ad il capitolo precedente.


TECNICA


Sistema Prova
Processore: i9 10900Kf
Scheda Grafica: RTX 2080TI
Ram: 16 GB DDR4 3600mhz
Archiviazione: 1Tb SSD PCIe 3.0

The Bunker risulta “tradizionalmente” essenziale dal punto di vista grafico anche se grazie ad un level design di buonissimo livello e ad un gusto estetico come sempre eccezionale, il gioco riesce a regalare qualche interessante chiaroscuro. Purtroppo il gioco risulta, come il predecessore, bloccato a 60 FPS per lo meno dalle impostazioni disponibili nel menù. Non mi son messo a pasticciare con i file di configurazione e so che probabilmente qualcuno troverà il modo di aumentare tale soglia modificando i file di gioco come succedeva per Rebirth. Mi risulta difficile comprenderne il motivo se che ci possa essere qualche elemento dell’ engine grafico/fisico ancora legato al framerate.

Ottimo invece il sound design che risulta essere uno tra i principali fattori di tensione ed immersione, diventando parte integrante del gameplay essendo in grado di rilevare l’ attività e la posizione della bestia ascoltando attentamente i rumori da essa emessi.

A livello di prestazioni mi risulta difficile offrire un feedback approfondito. Sulla mia non più ormai freschissima build non ho avuto alcun problema a farlo girare in QHD al massimo dei preset video tenendo conto del limite di framerate e ad ogni modo nessuna configurazione da gioco degli ultimi 10 anni non dovrebbe aver problemi a far girare in maniera più che accettabile il gioco.


CONCLUSIONI


Ritengo che Amnesia: The Bunker sia un buon survival Horror se paragonato ai rivali di categoria. Il fine gusto di Frictional Games si rivede tutto nel level design e nella direzione artistica dell’opera.

Anche l’ annunciata attenzione al gameplay in sfavore del ritmo narrativo da alcuni buoni frutti, con alcuni momenti di alto livello.

Grande passo indietro invece a livello narrativo se paragonato a quanto fatto dal team in passato, soprattuto con il capitolo precedente, ed onestamente credo che forse si potesse fare qualcosa di più per trovare un miglior punto di incontro tra i due elementi.

Ho portato a termine il gioco in circa 9 ore, ma ho avuto la sensazione di averci messo anche più del dovuto. In questa tipologia di gioco il gameplay effettivo dipende molto dall’ abilità e dalla velocità del giocatore a capire e ad adattarsi. Ad ogni modo non penso che il titolo possa impegnarvi più di una decina d’ore, una durata che definirei assolutamente congrua all’ esperienza che l’ opera ha da offrire.

In conclusione consiglierei il titolo a chiunque mastichi il genere e sicuramente a chi ha già giocato le precedenti opere di Frictional Games. Nel caso invece questo fosse il primo approccio con tali produzioni, consiglio vivamente di giocare prima almeno il precedente, che penso risulti un punto di ingresso meglio ritmato e più digeribile alla maggior parte dei videogiocatori.

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Patrick Grioni
Amministratore
1 anno fa

Interessante deriva, ma la componente ansiogena mi sa che me lo farà saltare, inoltre amo la narrazione fatta bene.